Oltre 50 Statistiche sulla disinformazione sui social media [2025]

Letuelezioni
Valeria Nidoli

La disinformazione sui social media è oggi una delle principali sfide dell'educazione digitale. Con l'avvento dei deepfake, della viralità istantanea e dell'intelligenza artificiale (IA) generativa, milioni di utenti (tra cui moltissimi adolescenti) si trovano esposti ogni giorno a contenuti fuorvianti. In questo articolo raccogliamo oltre 50 statistiche aggiornate da fonti attendibili per comprendere l'entità del fenomeno e fornire una panoramica su come genitori, scuole e piattaforme possano reagire.

Un contributo prezioso arriva dal Report sul futuro dell’istruzione 2025 di Letuelezioni, parte del gruppo GoStudent🧑‍🏫, che analizza le percezioni e le aspettative di famiglie, insegnanti e studenti in diversi paesi europei.

L’indagine coinvolge sei nazioni: Austria, Germania, Spagna, Francia, Italia e Regno Unito, raccogliendo le opinioni di 5.859 genitori o tutori e dei loro figli, di età compresa tra 10 e 16 anni, oltre a quelle di 300 insegnanti.

Key Takeaways: adolescenti e disinformazione

Di cosa parleremo in questo articolo? Ecco una breve panoramica.

  • 📍 Ampia esposizione e consapevolezza dei rischi
    Il 91% degli insegnanti ritiene che la disinformazione influenzi già molti giovani. Il 73% dei ragazzi riconosce il rischio rappresentato dai video deepfake trovati online.

  • 📍 Sfide e responsabilità di famiglie e scuole italiane
    Il 46% dei genitori italiani pensa che i figli trascorrano troppo tempo online. Il 58% dei genitori ritiene che le scuole non preparino adeguatamente i ragazzi a riconoscere la disinformazione.

  • 📍 Necessità di un’educazione digitale strutturata
    Il 66% degli insegnanti sostiene l’inserimento nei programmi scolastici di materie dedicate all’etica e all’uso sicuro dell’IA. L’85% degli studenti si dichiara consapevole dei pericoli delle fake news e cerca di verificare le fonti.

🌐 Panoramica sulla disinformazione: il contesto digitale nel 2025

Nel panorama digitale attuale, i giovani si trovano quotidianamente esposti a materiali digitali difficili da decifrare. La rete è diventata uno spazio complesso, in cui verità e falsità si mescolano con estrema facilità. In questo contesto, la misinformazione rappresenta una delle sfide educative e sociali più urgenti.

  • Il 91% degli insegnanti ritiene che la disinformazione stia già influenzando molti ragazzi e le ragazze.

  • Il 50% dei giovani ha dichiarato di aver visto immagini o video falsi online.

  • Il 48% degli adolescenti si è imbattuto in notizie false (fake news).

  • Il 24% dei giovani ha visualizzato contenuti estremisti online.

  • Il 73% dei ragazzi riconosce il rischio rappresentato dai video deepfake che trovano online.

  • Il 78,3% dei bambini tra gli 11 e i 13 anni utilizza internet quotidianamente, principalmente tramite smartphone.

  • In Italia, il 42% dei giovani 16-19enni ha scarse o nessuna competenza digitale, ben al di sopra della media europea del 31%.

Fonti: Report sul futuro dell'istruzione di GoStudent 2025, Save the Children

💡Focus Italia: cosa pensano famiglie e docenti italiani?

Famiglie e insegnanti in Italia affrontano ogni giorno le sfide poste dall’uso del digitale tra i più giovani esponendo diversi punti di vista. Preoccupazioni legate al tempo trascorso online, alla qualità delle informazioni reperite e al ruolo della scuola nella formazione digitale emergono con forza. A tutto questo si aggiunge un senso di inadeguatezza condiviso: anche tra i docenti non è sempre facile distinguere contenuti affidabili da notizie false, rendendo ancora più urgente una riflessione profonda sul rapporto tra educazione e informazione.

  • Il 46% dei genitori italiani pensa che i figli trascorrano troppo tempo online, almeno 5 ore al giorno.

  • Il 34% dei genitori italiani ha difficoltà a distinguere contenuti veri da quelli falsi.

  • Il 36% degli insegnanti italiani dichiara che la disinformazione online influenza le opinioni politiche degli studenti.

  • Il 38% dei giovani italiani afferma di apprendere informazioni sull’IA principalmente dai social media.

  • Il 65% dei genitori ritiene più importante che ragazzi e ragazze sappiano come reperire le informazioni piuttosto che memorizzare pagine di libri.

  • il 52% dei genitori vorrebbe che la cybersicurezza fosse aggiunta al curricolo scolastico.

📊 Italia in cifre: il gap digitale e la fiducia nelle fonti

  • Il 58% dei genitori italiani ritiene che le scuole non preparino adeguatamente i figli alla comprensione della disinformazione.

  • Il 43% degli studenti italiani usa i motori di ricerca come prima fonte di informazione, senza filtri critici.

  • Il 30% dei docenti italiani si sente impreparato nel trattare il tema delle fake news in aula.

Fonti: Report sul futuro dell'istruzione di GoStudent 2025

📱 Giovani e fake news: abitudini e percezioni

I social media rappresentano oggi uno dei principali canali di accesso all’informazione per le nuove generazioni. Tra fiducia nelle proprie capacità critiche e timori per la diffusione di contenuti ingannevoli, i giovani mostrano una consapevolezza in crescita ma non priva di contraddizioni. Le loro abitudini online rivelano un panorama complesso, fatto di opportunità, rischi e nuove responsabilità.

  • Il 96% degli studenti ha almeno un account social, con WhatsApp (94%), Instagram (74%) e TikTok (68%) tra i più utilizzati.

  • Il 51% dei giovani italiani utilizza WhatsApp, Instagram e TikTok come principali fonti di informazione.

  • Il 70% dei ragazzi ritiene di saper riconoscere una notizia falsa sui social.

  • Il 73% degli studenti non condivide mai fake news.

  • Il 75% degli intervistati cerca di fare fact-checking su fonti affidabili.

  • Il 76,5% degli italiani ritiene che le fake news siano sempre più sofisticate e difficili da individuare.

  • Il 70% dei giovani italiani è fiducioso nella propria capacità di riconoscere le fake news.

  • Solo il 35% di loro pensa che i coetanei siano in grado di riconoscere una fake news.

Fonti: Scuola.net, Istituto Toniolo, USPI, Eurobarometro Youth Survey 2024, Censis - Ital Communications

🚨 I social media come vettori principali di disinformazione

I social network rappresentano oggi uno dei principali canali di accesso all’informazione per le nuove generazioni. Tra fiducia nelle proprie capacità critiche e timori per la diffusione di contenuti ingannevoli, i giovani mostrano una consapevolezza in crescita ma non priva di contraddizioni. Le loro abitudini online rivelano un panorama complesso, fatto di opportunità, rischi e nuove responsabilità.

  • Il 42% dei ragazzi usa i social media per informarsi sulla realtà.

  • Il 60% dei genitori in Europa crede che non si faccia abbastanza per regolamentare ciò che i giovani vedono online.

  • Il 36% dei genitori ammette di non riuscire a distinguere contenuti veri da contenuti falsi.

  • Il 95% dei genitori afferma di aver già preso provvedimenti per contrastare la disinformazione dei propri figli.

  • Circa un terzo degli studenti fatica a riconoscere informazioni scientifiche affidabili, mostrando difficoltà nel discernere tra fonti attendibili e non.

  • Il 16,2% degli italiani nega l'esistenza del cambiamento climatico, rappresentando una percentuale significativa di negazionisti.

📱 Disinformazione e algoritmi: come cambiano le abitudini informative

Gli algoritmi giocano un ruolo sempre più centrale nel determinare ciò che i giovani vedono online. Le modalità con cui si scoprono notizie e contenuti stanno cambiando, influenzando il modo in cui si formano opinioni e credenze. Non sempre il pubblico giovane si fida ciecamente degli algoritmi, ma spesso si lascia trasportare dallo scrolling.

  • Il 40% dei giovani italiani non si fida degli algoritmi dei social per decidere cosa mostrare.

  • Il 29% dei ragazzi italiani scopre nuovi contenuti tramite video consigliati che si sono rivelati falsi o fuorvianti.

  • Il 34% degli studenti italiani non verifica mai la fonte di una notizia prima di condividerla.

Fonti: Report sul futuro dell'istruzione di GoStudent 2025, USPI, Università Vita-Salute San Raffaele, Censis - Ital Communications

🧑‍🏫 Disinformazione e scuola: la percezione degli insegnanti

Gli insegnanti si trovano oggi in prima linea nel fronteggiare le sfide educative poste dalla disinformazione. Tra lacune formative e nuove responsabilità, cresce la consapevolezza del ruolo centrale della scuola nell’educazione digitale. Le aule diventano così uno spazio cruciale per sviluppare pensiero critico e consapevolezza mediatica nella nostra società.

  • Il 66% degli insegnanti ritiene che la scuola debba insegnare come usare l'IA in modo sicuro.

  • Il 75% degli insegnanti in Europa non riceve alcuna formazione sull'IA.

  • Il 33% degli insegnanti afferma che la disinformazione ha già influenzato le opinioni dei giovani su sesso e relazioni.

  • Il 47% degli insegnanti dice che i ragazzi non riescono a discernere tra vero e falso.

Fonti: Report sul futuro dell'istruzione di GoStudent 2025

👨‍👩‍👧 Genitori vs disinformazione: chi controlla cosa?

  • Il 39% dei genitori fatica a distinguere le notizie vere da quelle false.

  • Il 36% usa app di parental control per filtrare i contenuti online.

  • Il 42% parla con i figli di ciò che vedono online.

  • Il 10% vieta completamente l'uso di dispositivi con accesso a Internet.

  • Il 68% crede che siano le scuole a dover insegnare come usare e comprendere l’IA.

Fonti: Report sul futuro dell'istruzione di GoStudent 2025

🧠 Impatto della disinformazione sulla salute mentale

Nel tentativo di proteggere i figli dai rischi della disinformazione online, i genitori si muovono tra dialogo, controllo e incertezza. Le strategie adottate sono diverse, ma spesso segnano il passo di fronte alla complessità del mondo digitale. In questo contesto, il ruolo educativo della scuola è percepito come sempre più essenziale

Al centro dell'attenzione vi è principalmente il doomscrolling, ovvero lo scrolling infinito di notizie negative, allarmanti o deprimenti sui social media, che costituisce una nuova sfida per la salute mentale dei giovani, accentuata dalla pervasività della tecnologia moderna.

  • Il 12% dei genitori associa l’eccesso di contenuti online ad ansia o depressione nei figli.

  • Il 20% teme un calo dell’attenzione causato dai social.

  • Il 26% segnala una riduzione del tempo in famiglia.

  • Il 28% ritiene che la tecnologia sia utile per mantenere i contatti e ridurre la solitudine.

  • Più della metà dei giovani italiani tra i 18 e i 29 anni pratica regolarmente il doomscrolling, con un aumento triplo dei livelli di ansia registrato tra il 2019 e il 2023.

Fonti: Report sul futuro dell'istruzione di GoStudent 2025, Ersaf

🧩 Soluzioni: educazione digitale e alfabetizzazione critica

Di fronte alla crescente complessità dell’informazione online, cresce l’esigenza di formare cittadini digitali consapevoli e sfruttare le nuove tecnologie per la comunicazione e la formazione. Scuole e studenti iniziano a riconoscere il valore dell’educazione critica ai media, all’intelligenza artificiale e alla sicurezza digitale. La sfida è trasformare la consapevolezza in competenze concrete, integrate nei percorsi educativi.

  • Il 36% degli insegnanti incoraggia attivamente la verifica delle fonti.

  • Il 85% degli studenti si dice consapevole dei pericoli delle fake news.

  • Il 66% degli insegnanti crede che l’educazione all’uso dell’IA debba essere inclusa nel curricolo scolastico.

  • Il 31% degli studenti apprende competenze IA autonomamente dai social.

  • Il 66% degli insegnanti sostiene l'inserimento nei programmi scolastici di materie dedicate all'etica e alla morale

  • La maggior parte degli studenti intervistati da GoStudent chiede di ricevere formazione su temi di Cybersicurezza.

Fonti: Report sul futuro dell'istruzione di GoStudent 2025

✅ Conclusioni: agire insieme contro la disinformazione

Le statistiche raccolte nel 2025 evidenziano una realtà in cui la disinformazione digitale è una minaccia concreta alla formazione delle nuove generazioni. Tuttavia, emerge anche un forte impegno da parte di genitori, insegnanti e studenti stessi nel contrastarla.

Un dato incoraggiante è che l'85% dei ragazzi e delle ragazze riconosce i rischi legati ai contenuti fake. La Generazione Z e la Generazione Alpha non sono impreparate riguardo alle informazioni false e ai contenuti estremisti online, mostrando una buona consapevolezza di questi pericoli.

Letuelezioni si impegna, attraverso le lezioni online e in presenza, a sostenere l'importanza dell'alfabetizzazione mediatica e invita le scuole e le famiglie a collaborare nella costruzione di un futuro informato, critico e sicuro.

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Valeria Nidoli
Content Specialist
Valeria è una web content strategist specializzata in SEO e tendenze IT. È italiana e vive a Barcellona dal 2018, dove lavora nel settore del marketing digitale da oltre quattro anni. Appassionata di culture e lingue straniere, parla fluentemente italiano, spagnolo e inglese, e sta perfezionando le sue competenze in francese e catalano. Con una solida esperienza nell'organizzazione e gestione di progetti, Valeria ama condividere il suo know-how attraverso lo storytelling, rendendo i contenuti digitali più coinvolgenti e mirati.
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