Cari studenti e care studentesse,
Vi siete mai chiesti perchè a scuola ci facciano imparare opere scritte da autori vissuti in epoche così lontante da noi e ormai passate da tempo? Qualcuno/a di voi si sarà ritrovato a dover parafrasare o tradurre versi di poeti o riassumere racconti senza alcun interesse in ciò che dicevano o nelle parole scelte? Ma nessuno/a si è mai posta la domanda perché il poeta abbia scelto di rivolgersi a quel tu senza specificare di chi si tratti o, al contrario, abbia espresso così chiaramente chi fosse il destinatario del componimento pure se a noi sembrava inutile sottolinearlo nel caso di un contesto ovvio? E perché mai un autore avrebbe dovuto scegliere un termine anziché un altro quando, apparentemente, possano essere considerati sinonimi? Ultima domanda, perché un'autrice ha dovuto scegliere uno pseudonimo per pubblicare il suo libro? Se fosse vissuta oggi, l'avrebbe fatto ugualmente, ne avrebbe scelto un altro diverso?
Queste domande sono quelle che chi studia letteratura potrebbe farsi e scoprire che questo studio è tutt'altro che noioso, chiedersi perchè gli autori abbiano voluto lasciare i loro scritti inserendo determinate informazioni e tralasciandole o escludendole altre potrebbe rivelare molto di più riguardo la loro scelta di espressione, il/i loro destinatario/i e persino la loro epoca.
Comprendere le scelte degli scrittori del passato potrebbe aprire una finestra enorme non solo sulle origini della nostra cultura, ma anche sullo stesso presente che viviamo, e, per questo, vi invito con la viva speranza che seguiate il mio consiglio a interessarvi dell'argomento.
Non si può trascurare quante volte un attento lettore o lettrice abbiano rivissuto le loro proprie esperienze o forti emozioni attraverso la lettura delle righe di un testo che si trovavano tra le mani, in quel momento la separazione temporale o fisica e spaziale tra chi stava leggendo il libro e chi l'aveva scritto crollava del tutto in favore di una profonda immedesimazione che non si poneva alcuna domanda su come questo fenomeno fosse potuto accedere. Chi l'ha sperimentato già una volta sa a cosa mi riferisco. Dunque, la mia domanda è, perchè privarsi di una così bella esperienza solo perchè, per un attimo, non siamo disposti a lasciare alla riva le nostre scarpe e vestiti e immergerci nella fresca acqua del mare di parole che troviamo sulle pagine di un buon libro. Questo viaggio ci aiuterà non solo a dimenticare per un po' gli affanni della giornata, ma anche a viaggiare con la nostra fantasia forse proprio in quei luoghi in cui avremmo voluto trovarci e in cui non è stato possibile andare per via dei nostri limiti.
Adesso riguardate la foto di questo articolo, come potrete notare, c'è un bel mare e vicino un corridoio-ponte di un'architettura ben riuscita di un bellissimo castello, immaginate di essere lì per un momento; cosa fareste? Potrebbe la vostra mente sognare di essere lì in mezzo a quel mare per chissà qualche minuto o un'ora o più... a godervi il sole, sdraiati su una nave o ad attraversare le onde su una barca a vela... o nuotare in quelle acque così cristalline; quando vi risveglierete da quel sogno sarete lì, di nuovo, su quel ponte, ma con una stupenda avventura da raccontare o un sogno da raggiungere. Ecco, spero di essermi spiegato bene, leggere è come essere su quel ponte, potete immaginarvi nel mare di un'altra epoca, nei panni di una persona che forse mai sarete e vivere le sue avventure e vicissitudini, dopo aver letto sarete sempre nella vostra casetta, ma ne sarete arricchiti. E chissà che non penserete, con un respiro di sollievo che non siete incappati almeno in quegli orrendi guai del vostro personaggio.
Detto ciò vi auguro una buona lettura.