Probabilmente gli esseri umani cantano da sempre. Secondo gli storici e antropologi, le prime forme di canto risalgono a più di 55.000 anni fa e al periodo de Paleolitico. I rapsodi e aedi greci raccontavano i miti cantando e accompagnandosi con strumenti musicali, un po’ come i menestrelli medievali che cantavano le gesta di eroi e personaggi illustri. Con la Musica Barocca, tra il XVII e XVIII secolo nasce l’idea del recitar cantando, che ha continuato a evolversi fino ad arrivare alle tecniche di canto moderno e ai musical di Broadway.
5 generi musicali per potenziare la propria voce
Conoscere i diversi generi e stili di canto è il modo migliore per arricchire la propria tecnica vocale e migliorare sia l’interpretazione che la qualità della propria voce, soprattutto se ne esploriamo le potenzialità con lezioni di canto specifiche per apprendere tecniche nuove e inesplorate.
Per esplorare tutti i generi e i tipi di canto ci vorrebbe un’enciclopedia, perché ogni cultura e popolazione - antica e moderna - ha sviluppato un’infinità di generi e sottogeneri diversi. Pensiamo anche solo a quanti generi e tipi di canto esistono qui in Italia, come il canto a tenore sardo, il canto neomelodico napoletano o il canto politico dei cori delle mondine.
Questi sono i generi musicali più importanti e che riscuotono più successo tra il pubblico:
Qui di seguito ci soffermeremo solo su 5 stili musicali più riconoscibili e significativi da un punto di vista della storia della musica, sia classica che contemporanea.
Il canto lirico o lirica è la base dell’Opera, un genere sia teatrale che musicale, nel quale gli interpreti devono esprimere emozioni e sensazioni attraverso la loro interpretazione vocale. Nasce verso la fine del XVI secolo a Firenze, con la Camerata Fiorentina - che cercava di ripercorrere i passi della tragedia greca - e arriva ai suoi massimi sviluppi due secoli più tardi con autori come Mozart, Rossini, Verdi e Puccini.
Da un punto di vista della tecnica vocale nel canto lirico, bisogna sottolineare che le vocali devono essere pronunciate uniformemente e che i suoni vengono indirizzati verso la parte cosiddetta maschera, cioè la zona tra fronte e bocca. Inoltre, i suoni devono risultare oscurati e arrotondati.
Gli interpreti vengono classificati in base ai loro registri vocali, che stabiliscono anche quale ruolo e personaggio potranno interpretare:
Cambiamo completamente genere. Se il canto lirico ha origine nei palazzi dei signori e nei sfarzosi teatri delle capitali mitteleuropee, il canto polifonico è tutto il contrario e ha origini popolari e molto antiche.
Le prime fonti scritte in cui si parla di polifonia risalgono al trattato Musica Enchiriadis del 900 d.C circa, proveniente dal nord della Francia. Qui si trovano le prime informazioni su questa pratica che si basa sulla sovrapposizione delle voci (che sta anche alla base della sua stessa origine etimolgica). Tuttavia, gli etnomusicologi non escludono che si tratti di una pratica musicale molto più antica, poiché sono tanti i canti popolari e folklorici che fanno uso della polifonia anche senza l’accompagnamento di strumenti musicali.
Ma quali sono le caratteristiche del canto polifonico? Si tratta di uno stile compositivo in cui vengono combinate due o più voci indipendenti (che possiamo anche chiamate parti). Le voci o parti devono evolversi simultaneamente nel corso del brano, differenziandosi una dall’altra sia dal punto di vista ritmico che melodico. L’opposto della polifonia è chiamato monodia, cioè il canto con una sola voce.
Il più noto esempio di polifonia è il canto gregoriano. Se vogliamo ascoltare un esempio di polifonia nella musica contemporanea, possiamo andare ad ascoltare i brani del quartetto pugliese Faraualla, il cui repertorio si basa sul canto polifonico a cappella, ovvero senza accompagnamento musicale.
Parlare di canto moderno o contemporaneo come genere non è preciso, ma merita una menzione più che altro per capire qual è la differenza tra il canto lirico e il canto moderno da un punto di vista della tecnica vocale.
La cosa più importante nel canto oggi è l’articolazione: è importante che il pubblico capisca le parole di una canzone in modo che il suo messaggio sia comprensibile e intelligibile per tutti. E questa è una delle più grandi differenze con il canto lirico, dove bisogna tenere a portata di mano il libretto dell’opera se si vuole seguire davvero il dialogo e la trama.
La seconda differenza sostanziale è che oggi i cantanti possono fare affidamento su vari sistemi di amplificazione anche attraverso l’elettronica. Non c’è più bisogno di sfruttare l’amplificazione naturale di una sala teatrale o di fornire tutta la potenza sonora con i propri polmoni.
Queste differenze fanno si che nel canto moderno si possa effettuare un passaggio di registro mentre si canta.
Senza la musica jazz e blues probabilmente non esisterebbe la musica leggera contemporanea o sarebbe sicuramente molto diversa. Il Blues nasce nei primi decenni del ‘900 negli Stati Uniti, come evoluzione delle musiche dei canti degli schiavi afroamericani e da esso deriva anche il Jazz. Le sue caratteristiche di base sono l’improvvisazione, la carica ritmica e il timbro vocale molto scuro e profondo, tipico appunto dello stile vocale degli interpreti afroamericani.
La differenza tra jazz e blues sta soprattutto nell’armonia (più semplice nel blues): il giro armonico su cui si basa il blues è 1–4–5, mentre quello del jazz è 2–5–1.
Le tematiche affrontate nei testi delle canzoni blues e jazz classiche sono caratterizzate da sensazioni come la melanconia (to feel blue in inglese significa sentirsi tristi) e da rivendicazioni sociali. In generale potremmo definire questo tipo di canto come molto umorale, nel senso che l’interpretazione e l’espressione di stati d’animo molto forti rappresenta una delle sue note più tipiche.
Ella Fitzgerald, Nina Simone e Billie Holiday sono le tre grandi voci che meglio rappresentano questo stile, mentre se vogliamo avvicinarci di più ai giorni nostri possiamo citare Amy Winehouse, che ha riportato in voga questo genere attualizzandolo. Tra i cantanti blues più influenti dobbiamo per forza citare anche B.B. King, Robert Johnson e Muddy Waters, artisti che hanno esercitato un’enorme influenza su autori come Johnny Cash e Bob Dylan, che hanno gettato le basi anche per altri generi musicali successivi, primo fra tutti il Rock’n’Roll.
Se parliamo di tecniche di canto non possiamo non citare il Rap o Rapping, dato che si tratta di un genere musicale la cui peculiarità è data proprio dallo stile unico in cui viene cantato. È quasi più una tecnica di orazione musicale che di canto e rappresenta un mix di alcuni ingredienti fondamentali:
L’improvvisazione è uno degli elementi fondanti di questo genere: i rapper si sifidano in vere e proprie battaglie (battles) improvvisando un testo sul momento (freestyle), spesso sfidando apertamente gli avversari con i loro testi e citando quelli degli altri concorrenti.
Il rapping è la tecnica alla base della musica Rap o Hip Hop, un genere nato negli ambienti popolari e controculturali nei ghetti della New York degli anni ‘70, dove i giovani afroamericani e i giovani di seconda generazione provenienti dalle zone caraibiche usavano questo genere per esprimere e raccontare la loro vita in un contesto sociale di emarginazione e povertà.
I rapper italiani hanno esportato in particolare il sottogenere dell’Hip Hop chiamato Trap, un genere nato verso la fine degli anni ‘90 nel Sud degli Stati Uniti. I due generi si distinguono per il ritmo e soprattutto per le linee vocali più melodiche della musica Trap, che risulta meno parlata rispetto al Rap e spesso modificata con l’utilizzo dell’autotune (un software che permette di correggere le imperfezioni e stonature vocali). Un’altra delle caratteristiche tipiche della musica Trap è il mumbling, ovvero una sorta di farfuglio.
Infine, una delle principali differenze tra la musica Rap e la musica Trap è che nella prima viene data maggiore importanza alla metrica e ai testi, mentre nella Trap si dà più importanza alla melodia e alle linee vocali.
Abbiamo esaminato 5 generi e stili di canto molto diversi tra loro, scelti proprio per le loro particolarità proprio a livello vocale. Quello che scoprirai se dovessi prendere lezioni di canto, è che per poter trovare la propria identità musicale e perfezionare la propria voce è fondamentale mettere a fuoco 3 cose:
Infatti non tutte le voci si incastrano alla perfezione con tutti i brani o gli stili e viceversa una voce con un certo timbro potrebbe risultare perfetta per il genere più inaspettato. Quindi non farti limitare da preconcetti o pregiudizi!
Questi sono alcuni consigli che puoi seguire per scoprire la tua identità come cantante:
E concludiamo con una riflessione proprio su quest’ultimo punto: le lezioni di canto, infatti, non servono solo ai principianti che desiderano imparare a cantare, ma sono uno strumento efficace anche per chi ha già una base e vuole studiare teoria musicale o vuole imparare a gestire la voce o a gestire la respirazione mentre si canta.
La cosa più importante, quando si studiano discipline artistiche e creative, è non smettere mai di esplorare nuovi orizzonti per cercare di perfezionare le proprie capacità e scoprire nuove tecniche da incorporare nella propria pratica musicale.