Tutto ciò che ci circonda ha a che fare con la chimica, da una comune sostanza come l’acqua alla complessità stessa della vita. Tuttavia, se gli elementi atomici non fossero in grado di combinarsi e legarsi tra loro nessuno degli undici milioni di composti fino a oggi conosciuti esisterebbe. Da qui deriva l’importanza di conoscere i principali tipi di legami chimici esistenti. Se vuoi saperne di più, continua a leggere di seguito.
Con il termine legame chimico si indica la forza di attrazione che tiene insieme due o più atomi e che, quindi, permette la formazione di molecole e composti (anche molto complessi). Di conseguenza, la domanda sorge spontanea: perché gli atomi tendono a legarsi tra loro? La risposta risiede in un semplice principio di convenienza energetica: le molecole si formano perché sono energeticamente più stabili rispetto ai singoli atomi isolati che la compongono. Infatti, la maggior parte degli atomi (seppur non tutti) sono energeticamente stabili solo nel caso in cui presentino otto elettroni nel livello energetico più esterno (regola dell’ottetto). Ciò, ad esempio, succede per i gas nobili ossia elementi del gruppo 18 della tavola periodica che, di fatto, sono inerti ovvero non reattivi proprio perché energeticamente stabili (possiedono una configurazione di minima energia).
Anche la posizione reciproca degli atomi coinvolti in un legame non è casuale e riguarda sempre il principio energetico: La distanza media in cui gli atomi si posizionano gli uni rispetto agli altri è definita come distanza di legame, che corrisponde alla posizione in cui la forza repulsiva che si instaura fra cariche uguali (protone – protone ed elettrone – elettrone) è completamente bilanciata dalla forza attrattiva generata, invece, dalle cariche opposte di atomi differenti. A questa distanza, infatti, l’energia potenziale (energia di legame) raggiunge il minimo.
L’instaurazione di un legame chimico è quindi seguita dalla formazione di strutture più stabili ma, affinché ciò accada, deve avvenire una ridistribuzione degli elettroni degli atomi che partecipano al legame. Le cariche elettriche possono, però, riorganizzarsi in svariate configurazioni, portando alla distinzione di tre tipi principali di legami: covalente, ionico e metallico. I primi due tipi rappresentano i due estremi nel grado di condivisione degli elettroni tra gli atomi coinvolti nel legame. In generale, sono sempre gli elettroni più esterni ad essere coinvolti, in quanto risentono più facilmente dell’attrazione di un altro nucleo positivo nelle vicinanze e per questo prendono il nome di elettroni di legame.
Il principio che regola la condivisione delle cariche negative è l’elettronegatività, definita come la misura dell’attrazione relativa che un atomo è in grado di esercitare sugli elettroni di legame. Quindi, è sulla base degli elementi atomici che interagiscono e della loro elettronegatività che si possono formare i tipi di legame prima menzionati, che analizzeremo singolarmente di seguito:
Es: Omopolare: H – H (H2); Eteropolare: Hδ+ – Cl δ- (HCl)
Es: Na+ + Cl- à NaCl; Ca2+ + O2- à CaO
I legami chimici non sono le uniche forze di attrazione che si instaurano tra atomi e molecole perché esistono anche le cosiddette forze intermolecolari. Si tratta di interazioni di natura elettrostatica, molto più deboli dei legami chimici propriamente detti, che influenzano le temperature di transizione tra i vari stati della materia. Sono individuabili due principali categorie:
Il legame a idrogeno è un caso particolare di interazione dipolo – dipolo dove l’idrogeno è spesso legato ad un atomo piccolo e molto elettronegativo, come l’ossigeno, l’azoto o il fluoro. Questo ha due conseguenze importanti:
La presenza del legame a idrogeno in alcune sostanze determina, quindi, l’innalzamento della temperatura di ebollizione rispetto a quella di sostanze simili in cui esso non è, però, presente. Di fatti, il passaggio dallo stato liquido a quello aeriforme richiede energia, necessaria a rompere le forze intermolecolari. Sebbene singolarmente sia debole, un gran numero di legami a idrogeno richiedono un’elevata quantità di calore per essere spezzati e permettere il passaggio di stato.
Molte delle proprietà dell’acqua, essenziali per la vita sul nostro Pianeta, come l’alta tensione superficiale, la capillarità, l’alto calore specifico e l’essere un buon solvente polare, sono proprio dovute alla grande quantità di legami a idrogeno che si instaurano tra le molecole d’acqua. Inoltre, i legami a idrogeno rivestono un ruolo essenziale nella struttura tridimensionale delle proteine e degli acidi nucleici.
Evidentemente, si potrebbero scrivere pagine e pagine su questo argomento tanto vasto quanto complesso ma, se hai letto fin qui, adesso sei a conoscenza delle informazioni essenziali sui legami chimici. Se qualcuno dovesse chiederti cosa siano i legami chimici, potrai rispondere senza problemi, spiegando le motivazioni alla base della loro formazione e che queste, a loro volta, influenzano le tipologie esistenti e le loro caratteristiche peculiari. Adesso va e diffondi le tue nuove conoscenze sulla chimica!