A che cosa serve la matematica? Proviamo a spiegarlo!

 

A che cosa serve la matematica?

Una domanda che sentivo fare molto spesso al liceo alla professoressa di matematica era: “Ma Prof. A che cosa serve la matematica? Mica da grande al lavoro dovrò fare tutti questi calcoli ed equazioni!”.

E in effetti, in un certo senso, i miei compagni di classe potevano avere ragione. Per lo meno sul fatto che alcuni di noi non avrebbero dovuto usare complesse formule matematiche in ambito lavorativo.

Però la risposta alla domanda “A che cosa serve la matematica?”, non era altrettanto scontata.

Per cercare di dargli una risposta e offrire una chiave di lettura agli studenti alle prese con una materia non sempre facile da digerire, ho pensato di fare un breve riassunto un libro che ho letto poco tempo fa: “Noi e i numeri. Una storia d’amore. Capire e leggere il mondo attraverso la matematica”, scritto dal giovane e brillante filosofo matematico Stefan Buijsman (Editore Ponte alle Grazie).

Il libro si compone di 8 capitoli, in ciascuno dei quali si cerca di affrontare un particolare aspetto della matematica, dalla sua bellezza, alla sua possibile assenza, alla sua storia, fino a parlare di derivate e integrali, di statistica, grafi e, naturalmente, ragionare complessivamente sulla sua utilità.

Prima di tutto, è bene dire che si, forse non tutti dobbiamo risolvere equazioni o formule matematiche nella vita di tutti i giorni, però la matematica è alla base del funzionamento o della costruzione di quasi tutti i dispositivi elettronici, meccanici o elettromeccanici che utilizziamo ogni giorno. Senza di essa quindi, non potremmo fare le cose che facciamo tutti i giorni, o le potremmo fare con più fatica e in più tempo.

La bellezza della matematica

Passando a parlare della “bellezza” della matematica, ci si potrebbe chiedere in che senso la matematica è bella. Penso che se si chiede a qualcuno di dire la prima cosa che viene in mente pensando alla parola bellezza, in pochissimi direbbero la matematica, e tra questi, sarebbero ancora meno quelli che lo direbbero in tono non ironico.

In realtà la spiegazione del perché si possa dire che la matematica è bella è abbastanza semplice. La ragione risiede nel fatto che quando vogliamo descrivere un fenomeno fisico in formule matematiche, in genere le formule più semplici e snelle (e, quindi, più belle) sono quelle che lo descrivono meglio. Formule troppo complesse e arzigogolate probabilmente nascondono degli errori nella valutazione del fenomeno fisico stesso.

Il libro cita a questo proposito la celebre scoperta del positrone (o anti-elettrone) da parte di Paul Dirac. Dirac aveva sviluppato una formula matematica per la meccanica quantistica, che ammetteva sia una soluzione spiegabile con il comportamento dell’elettrone, già noto ai suoi tempi, sia una soluzione spiegabile con il comportamento di un anti-elettrone, che venne scoperto solo pochi anni dopo. Esempi di questi tipo sono numerosi nello studio della matematica applicata.

Si può vivere senza la matematica?

“Si può vivere senza matematica”? Il capitolo successivo ci fa capire che si, è possibile, e descrive alcune popolazioni che lo fanno. Si tratta però innanzitutto di popolazioni abbastanza piccole, e che usano stratagemmi come il confronto o la replicazione degli artefatti e delle opere per ovviare al mancato utilizzo della matematica così come la conosciamo noi. In ogni caso è evidente che per costruire le proprie opere, anche queste popolazioni, almeno a livello astratto, ricorrono a concetti propri della matematica e della geometria.

Come è nata la matematica

Il capitolo seguente spiega poi come e perché sia nata la matematica. Si tratta di un capitolo molto interessante, che evidenzia come di fatto la matematica sia nata per la necessità di gestire comunità complesse e numerose, come erano quelle dell’antica Mesopotamia e dell’antico Egitto, e soprattutto per gestire le derrate alimentari e per riscuotere le tasse. Riporta anche approfondimenti sull’antica Grecia e sulla Cina, descrivendo scoperte matematiche e di geometria che sarebbero state riprese dagli studiosi molti secoli dopo.

Insomma, la matematica è utile!

Non intendo svelarvi altri contenuti e curiosità dei capitoli successivi, dove si parla di derivate, integrali, calcolo della probabilità e teoria dei grafi, lasciandovi così il gusto di approfondirli autonomamente.

Come dicevo all’inizio, non tutti gli studenti forse dovranno utilizzare la matematica nel proprio lavoro, ma studiarla e impararla è un’ottima palestra per imparare a risolvere i problemi che ci troviamo ad affrontare in maniera analoga nella vita di tutti i giorni.

Spero che qualcuno dei lettori possa essere incuriosito a leggere il libro e se avete bisogno di un insegnante che vi aiuti nello studio o nello svolgimento dei compiti di matematica (come anche di geometria e algebra), potete scrivermi!

Grazie per la lettura e buon lavoro,

Davide

 

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Davide
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