Che cos'è la sintassi della frase? Spiegazione con esempi personali

Analisi logica e analisi grammaticale

Se per gli studenti la differenza tra analisi grammaticale e analisi logica, nella pratica, è chiara, non si può dire altrettanto della loro utilità e del loro senso.

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Per spiegare proprio utilità e senso di questa distinzione, possiamo partire dalla definizione che ne dà Luca Serianni nella sua Grammatica: 

L'analisi logica è il procedimento con cui si individuano le categorie sintattiche che costituiscono una frase (il soggetto, il predicato, i complementi). Essa si affianca all'analisi grammaticale, che ha il compito di individuare e descrivere le categorie grammaticali (o parti del discorso) cui appartengono le parole presenti nella frase.

Dunque, l'analisi logica si occupa di studiare le categorie sintattiche, mentre l'analisi grammaticale si  occupa delle parti del discorso.

La distinzione è nata in Francia vari secoli fa, nel XVII secolo, per offrire agli studenti gli strumenti per apprendere più facilmente il latino e il greco: l'analisi logica, che si baserebbe su categorie universali, è stata ritenuta il metodo più adatto per poter comprendere al meglio il funzionamento delle lingue classiche. Successivamente, lo studio della sintassi, di cui si occupa l'analisi logica, è stato proposto a tutti gli studenti, anche quelli che non si trovano a studiare latino o greco.

La sintassi della frase

Vediamo nel dettaglio che cosa si intende per sintassi della frase, l'argomento di studio dell'analisi logica.

Quando si svolge l'analisi grammaticale di una frase, siamo abituati ad analizzare ogni singola parola (a eccezione dei verbi composti o delle locuzioni) autonomamente, senza considerare le relazioni che quella parte del discorso ha con le altre presenti nella frase.

Vediamo un esempio: nella frase Gianni ha dato un libro a Pietro dovremo analizzare le varie parti del discorso seguendo l'ordine in cui queste ci appaiono; quindi analizzeremo Gianni= nome proprio di persona maschile / ha dato= voce del verbo dare, indicativo passato prossimo, terza persona singolare, transitivo, attivo / un: articolo indeterminativo singolare e maschile e così via, fino ad arrivare a Pietro = nome proprio di persona maschile.

Possiamo vedere che per Gianni e Pietro l'analisi è uguale, perché sono entrambi dei nomi propri di persona maschili, ma noi percepiamo che nella frase questi due nomi propri svolgono delle funzioni diverse. A chiarire questa nostra sensazione interviene allora l'analisi logica, che studia non le singole parole, ma la sintassi, cioè i rapporti che le varie parole (che sarebbe meglio chiamare sintagmi), o addirittura le varie frasi, intrattengono fra di loro. Ci si può infatti confrontare con la sintassi della frase semplice (quando è presente un solo verbo) oppure con la sintassi della frase complessa o periodo (un insieme di più frasi semplici collegate fra di loro). Qui ci concentreremo solo sulla frase semplice.

La frase semplice

Abbiamo già detto che le categorie da individuare si chiamano funzioni sintattiche e che queste si raggruppano fondamentalmente in tre insiemi, predicato, soggetto e complementi, che vanno sempre ricercati in quest'ordine. Proviamo a svolgere l'analisi logica della frase di prima, per renderci conto di che cosa sia la sintassi.

Nella frase Gianni ha dato un libro a Pietro per prima cosa dobbiamo isolare il predicato, cioè quell'espressione che predica, cioè dice qualcosa su qualcos'altro, che in questo caso è ha dato; a uno stadio più avanzato dell'analisi ci dovremo domandare se questo predicato sia verbale (cioè costituito solo da verbi) oppure nominale (costituito anche da un nome o un aggettivo).

In secondo luogo dobbiamo trovare il soggetto, cioè quell'elemento strettamente collegato al predicato che indica chi compie o subisce l'azione oppure chi si trova nello stato descritto proprio dal predicato; in questo caso è facile capire che il soggetto è Gianni.

A questo punto dobbiamo cercare i complementi, cioè quegli elementi che in qualche modo "completano" il significato del soggetto e del predicato (Gianni ha dato). Il livello base dell'analisi ci impone di distinguere tra i complementi diretti (cioè quelli che si collegano agli altri elementi o tramite un articolo o senza nulla) e complementi indiretti (che si collegano con preposizioni semplici o articolate): possiamo quindi capire che un e libro sono due parole che vanno considerate insieme e che vengono definite complemento diretto (perché un è un articolo); allo stesso modo anche a e Gianni dovranno essere "unite" e poi analizzate come complemento indiretto (perché a è una preposizione semplice). Il livello successivo dell'analisi ci obbligherà poi a etichettare i vari complementi diretti e indiretti utilizzando le classiche domandine di controllo (chi? che cosa? a chi? a che cosa?), che ci porteranno a definire un libro come complemento oggetto e a Pietro come complemento di termine.

In conclusione, possiamo dire, con lo studio della sintassi, di aver dato un nome a quella differenza di funzioni tra i due nomi propri Gianni e Pietro che l'analisi grammaticale classificava come uguali: il primo nome svolge la funzione sintattica di soggetto, mentre il secondo svolge quella di complemento oggetto. Per arrivare a questa conclusione ci siamo serviti dell'analisi delle relazioni che queste parole hanno fra di loro, cioè abbiamo analizzato la sintassi della frase proposta.

 

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Gabriele
Docente di materie letterarie nei licei, da vari anni offro ripetizioni e accompagnamento allo studio agli studenti, con attenzione alle loro necessità. Il mio obiettivo è che gli studenti acquisiscano autonomia nel metodo di lavoro e sicurezza nelle conoscenze specifiche.Contattare
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