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L'importanza dello studio delle lingue classiche

Spesso quando ci si approcciava allo studio delle lingue classiche, come le lezioni di latino e di greco, brutalmente qualcuno le definiva "lingue morte",  riferendosi a gruppi e registri linguistici che non si sono  "evoluti" o che al mondo d'oggi non sono più parlati. 

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In realtà, a ben vedere, le lingue morte sono affascinanti, misteriose e piene di intrecci culturali, storici, appartenenti sì ad un'epoca lontana, ma capace di rievocare antiche culture e mondi altri...

A fronte di un bagaglio lessicale così ricco, la condizione di chi, per qualsiasi motivo, intende affrontare oggi lo studio del Greco antico è ben diversa rispetto a quella di chi, per esempio, si accinge allo studio dell'Inglese o di qualsiasi altra lingua attualmente praticata da qualche parte del mondo.

Non esiste la possibilità di prenotare una vacanza-studio nell'Atene del V secolo a. C. e tutti i sussidi audiovisivi disponibili per altre lingue vive sono pura fantascienza se si parla di Greco. La conseguenza pratica di questa condizione è data dall'impossibilità di ipotizzare un apprendimento del Greco secondo metodi validi per altre lingue.

Anche lo sforzo di introdurre nella scuola metodologie che si ispirano a metodi natura rischia di cadere nel ridicolo, soprattutto in considerazione del fatto che lo studio del Greco si giustifica principalmente come acquisizione di uno strumento di lettura, analisi e comprensione di testi scritti, come sono i testi della letteratura greca.

Lo sforzo necessario per praticare come lingua viva, pure in un ambiente artefatto come la scuola, la lingua dei Greci di oltre duemila anni fa rischia di sottrarre energie e tempi di lavoro, già così limitati, allo studio dei testi dei classici e della realtà storica che li ispirò.

D'altra parte è assolutamente improponibile, per gli inevitabili fallimenti cui sarebbe destinato, anche uno studio del Greco basato principalmente o esclusivamente sulla memorizzazione delle strutture grammaticali e sintattiche e su un'abitudine a tradurre i classici confidando esclusivamente nell'uso del vocabolario come mezzo per colmare il vuoto di conoscenze lessicali.

L'esperienza dimostra che la diligenza dello studente che ha scrupolosamente assimilato il complesso delle desinenze nominali e verbali e che pure conosce a perfezione i paradigmi dei verbi è assolutamente inadeguata in vista della traduzione autonoma di un brano d'autore, per quanto semplice, se non è supportata da una conoscenza almeno essenziale del lessico greco.

Ritengo che lo studio di tali lingue dovrebbe essere valorizzato, ampliato, esteso ai giovani, per far sì che questo splendido patrimonio linguistico non si perda mai.

L'invito alle generazioni future, quindi, è proprio quello di appassionarsi allo studio dei classici, perdersi nelle pagine dei manuali di letteratura, cercare un significato e un senso ulteriore.

Fondamentale, poi, la conoscenza della grammatica latina e greca: le declinazioni, le coniugazioni dei verbi, capire la ratio e la logica che si celano dietro ad ogni struttura linguistica è sicuramente qualcosa di prezioso e magico.

Ecco, il monito dovrebbe essere quello di non fermarsi alla copertina, ma aprire, leggere, rileggere e fare tesoro di quanto si apprende sui banchi di scuola. Certi che un tempo così prezioso, sia in termini di apprendimento che di crescita, non torni più.

Affidarsi ai classici significa affidare la propria anima, farsi coinvolgere, un po' come accade nella fase dell'innamoramento, in cui due menti, due cuori si aprono e si fondono per creare una bellissima magia.

Vi consiglio di leggere e approfondire le opere ed i testi dei seguenti autori, fra i più celebri e "storici": Catullo, Seneca, Quintiliano, Aristotele, Esopo, Omero, Alceo, Aristofane.  

Scoprirete tanti miti, storie di personaggi audaci che, in battaglia e nella vita, hanno realmente "fatto la storia", renderete vostri tanti proverbi e detti, che all'occasione ricorderete e che, magari, costituiranno un po' delle frasi motivazionali.

Perché, si sa, di tempo in tempo, tanti cambiamenti si verificano, ma ciò che attiene alla parola e al pensiero, per fortuna, sembra trovare ancora un'unica dimensione. 

Spero che l'articolo vi abbia allietato, vi invito a seguire i prossimi che seguiranno!

Cari lettori, a presto e un abbraccio

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