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Perché è importante studiare Educazione Civica

Essendo una boomer, mi ricordo bene quando l'Educazione civica era una delle materie dei tre anni delle scuole medie. All'epoca, sono sincera, non capivo l'importanza di questo insegnamento. Forse dipendeva da come venivano svolte le lezioni, non proprie seducenti per ragazzi/e dagli 11 ai 13 anni. Era molto nozionistico e mnemonico. E poi raccapezzarmi tra poteri e cariche dello stato, regolamenti, leggi e leggine, l'amministrazione statale, regionale. Ancora il diritto italiano nazionale e quello internazionale, quindi anche le istituzioni straniere e le loro strutture governative. Troppo troppo altro da me, dalla mia mente di adolescente, dal mio essere che affrontava il trauma di passare dalle coccole di una maestra a tutt'altro sistema didattico, sia come pluralità di docenti, sia materie più articolate e variegate, diverse e differenti tra loro. 

Ad oggi, con la maturità individuale e professionale raggiunta, ammetto la soddisfazione che tale materia sia stata ripristinata, dopo anni in cui è stata messa nel dimenticatoio. Ho sempre considerato la scuola un'implementazione dell'educazione ricevuta all'interno delle mura domestiche- familiari e l'educazione civica, più delle altre materie adempie a tale scopo. Sì è vero, servono anche le nozioni, capire e sapere come funziona uno stato, i suoi poteri, chi li esercita e come, e così via. Ma credo che quello che l'educazione civica insegna più di ogni altra cosa, è essere futuri cittadini consapevoli, responsabili, con la propria etica personale propria di chi sa il fatto suo. E tutto questo accade perché si vengono a conoscere i propri diritti così come i propri dovere, come il votare. Conoscendo i propri strumenti, viene da sè che si può partecipare attivamente alla società civile, perchè questo è l'insegnamento fondamentale: far sapere e far sì che ci si renda conto che si è parte di una società, con le sue regole, i suoi privilegi (es. la democrazia), e i suoi difetti. Parte noi Italiani di un tutto, ma allargando la lente, parte di un universo più grande che è quello mondiale, col quale ci si deve rapportare sempre e comunque (es. politica estera, globalizzazione, beni e risorse da dividere e condividere). Allora di fronte alle frasi dei grandi "tanto non conta niente e il popolo ci rimette sempre", scusate adulti disillusi, ma avere una coscienza civica personale ma che guarda al microcosmo Italia e macrocosmo Mondo, è proprio l'incipit per migliorare la nostra vita. Siamo parte di un tutto, che con la rappresentanza elettorale delega ai propri rappresentanti l'esercitare parte dei nostri diritti. E allora ecco che diventiamo parti attive nella gestione della res publica, il bene comune, i beni comuni, scegliendo chi sta al potere. E tutto questo nel rispetto degli altri. La libertà di agire, altro dono raggiunto nell'arco dei secoli, trova il proprio limite nella libertà altrui, nel non prevaricare l'altro, il mio simile. E con l'educazione civica si impara ad esercitarla e a metterla in pratica giornalmente: nel rapportarmi con gli altri, genitori, compagni, professori, amici; nel rispettare le loro idee; nell'avere comportamenti civili, rispettosi di noi stessi in primis (perché non si ha rispetto degli altri se non si ha rispetto per sé), degli altri, delle istituzioni (perchè funzionali all'essere civile); di tutto ciò che ci circonda, e penso all'ambiente, agli animali. Chiedersi, prima di criticare il comportamento degli altri " avrò fatto il mio dovere?".

Buona crescita civile!

Simona Orlando

 

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