Acciaio e ferro sono materiali (più nello specifico sono dei metalli) che molte volte vengono confusi tra loro, dunque è fondamentale capir la differenza tra i due, cosa che vedremo in questo articolo.
A livello di composizione chimica, la differenza tra ferro e acciaio è che il primo si tratta di un elemento chimico (in quanto puro) (il suo simbolo è Fe e si trova all'interno della tavola periodica); è un metallo malleabile, duttile e ferromagnetico (a temperatura ambiente).
Il secondo è una lega metallica composta prevalentemente da ferro e carbonio (il cui tenore è inferiore al 2%) più altri minerali vari come silicio, manganese e nichel; è resistente meccanicamente alla trazione e alla flessione, è plastico e saldabile. In base al tenore appunto del carbonio, l'acciaio può esser classificato in diverse tipologie (che avranno proprietà ben diverse tra di loro): acciaio extraduro, acciaio duro, acciaio semiduro, acciaio semidolce, acciaio dolce, acciaio extradolce (la % di carbonio sarà sempre più inferiore passando da quello extraduro a quello extradolce). In base invece al numero di altri elementi chimici aggiunti, gli acciaio possono essere suddivisi in: ternari (aggiunto un solo elemento); quaternari (aggiunti due elementi); complessi (aggiunti due/più elementi).
Data questa differenza a livello compositivo, seguirà anche una differenza per quanto concerne gli ambiti di uso. Il ferro allo stato pure cosi come è, a fronte delle sue scarse proprietà meccaniche e tecnologiche, viene usato molto di rado; fanno eccezione gli usi per le analisi chimiche e per i nuclei magnetici. Invece l'acciaio riveste un ruolo essenziale nel settore della siderurgia.