Il latino appare agli occhi di tanti studenti come una mera lingua morta, il cui studio si riduce alla memorizzazione di regole, morfemi e di un lessico superato e polveroso.
Al contrario non si riesce a notare la bellezza e la concretezza di una lingua che è più che mai viva nella nostra, l'italiano, e nelle altre lingue neolatine.
Di conseguenza, nulla è più sbagliato dell'affidarsi alla memoria per imparare il latino; si deve precipuamente ricordare che: il latino è una lingua flessiva, ovvero da uno stesso morfema (tema o radice ad esempio) si possono costituire più parole.
Nello specifico, dal morfema 'ros' si possono ottenere: ros-a (la rosa), ros-is (alle rose).
In sintesi, sarà bene ricordare due elementi che compongono tutti i sostantivi e i verbi latini:
In prima istanza andrà fissata nella mente la vocale tematica caratterizzante ogni declinazione e coniugazione, poi si potranno studiare le desinenze.
In seconda istanza, ogni declinazione presenta desinenze che si mantengono costanti nei medesimi casi mentre altre ricorrono trasversalmente nelle cinque declinazioni. Ad esempio:
Allo stesso modo si potrà notare che le effettive desinenze dei verbi latini sono solo otto:
In conclusione, ripetere ad alta voce e declinare infiniti nomi declamandoli, non costituisce più il metodo funzionale allo studio del latino: molto meglio essere sintetici e radicare più solidamente le nostre conoscenze.