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Lezioni di disegno: note sulla fenomenologia della percezione

Una percezione accurata e corretta della realtà che ci circonda è il requisito più importante, basilare direi, per imparare e disegnare e dipingere.

I processi mentali influiscono sulla nostra capacità di vedere cosa ci stia realmente davanti agli occhi, in questo modo noi non disegniamo ciò che realmente la nostra retina percepisce ma cosa i nostri preconcetti ci inducono a disegnare e, il più delle volte, a correggere rispetto la realtà.Il nostro cervello ‘corregge’ continuamente i dati che arrivano alla retina ingannando anche la mano in quanto tendenzialmente noi vediamo ciò che abbiamo ‘imparato’ ad aspettarci di vedere.

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Vincere questa inclinazione mentale richiede nuovi metodi di apprendimento percettivo che devono basarsi sull’analisi attenta di ciò che stiamo disegnando e di come lo stiamo disegnando. Infatti, esistono molti esercizi per lezioni di disegno e pittura che sono proprio pensati per migliorare la fase del disegno e dell’osservazione.

Gli elementi di disturbo del nostro processo di collegamento occhi>cervello>mano sono rappresentati dalle “costanze” perché sono proprio quelle che incidono, negativamente, sulla nostra capacità di percepire e rappresentare ciò che vediamo realmente. Per meglio spiegare questa ‘interferenza’, bisogna definire innanzitutto meglio il concetto di cosa è una costanza: è il fenomeno attraverso cui il soggetto riesce a mantenere invariate le caratteristiche percettive degli oggetti che lo circondano indipendentemente dal variare delle condizioni di stimolazione.

Dovendo riferire quanto sopra descritto nella pratica del disegno e della pittura a quali sono le “costanze” noiose, queste sono principalmente due :

  • costanza di grandezza
  • costanza di colore

Cos'è la costanza di grandezza in disegno

Definendo in modo specifico la “costanza di grandezza”, questa si ha quando: un oggetto viene sempre percepito nella stessa grandezza indipendentemente dalla distanza a cui si trova dall'osservatore. Cogliendo l’aspetto utile al disegno o la pittura, il nostro cervello porta la nostra mano a disegnare o dipingere un oggetto sempre nella stessa dimensione senza considerare altri oggetti vicini che ci possono aiutare a determinarne l’esatta relazione con il resto della composizione.

Un esempio è dato, nel caso stessimo disegnando uno still-life con frutti simili o uguali, dal disegno di un frutto con le stesse dimensioni degli altri nonostante questi ultimi siano posizionati dietro o lontani dall’oggetto di riferimento. Come vedremo più avanti, esiste un sistema per poter raffigurare in modo corretto le diverse dimensioni e le diverse altezze degli oggetti, questo si chiama principio di reciprocità.

Cos'è la costanza di colore in disegno

Lo stesso ragionamento fatto nel caso della “costanza di grandezza” è applicabile anche quando l’oggetto che vogliamo rappresentare necessità nella rappresentazione dell’utilizzo dell’elemento colore.

Specificatamente la “costanza di colore” si ha quando: un oggetto verde posto sotto una luce rossa verrà sempre percepito come verde, pur essendo la luce che la sua superficie riflette acromatica, dato che il verde e il rosso sono due colori complementari (formano nella loro fusione una tinta neutra. Anche qui volendo ragionare in termini pratici, se il nostro cervello esclude la vista e ‘spiega’ un oggetto con il suo caratteristico colore senza valutarne le reazioni e relazioni con i colori vicini e con l’ambiente, avremo sempre un oggetto dipinto allo stesso modo anche nel variare delle condizioni (riflessi, luci, ombre proprie etc).

Per questo è importante esercitarsi a non farsi condizionare dalle “costanze” in quanto sono insidiose e possono pregiudicare il risultato finale del nostro lavoro, allontanandoci dalla verosimiglianza.

Storicamente, il problema della “costanza percettiva” è sempre stato conosciuto e studiato fin dai tempi di Aristotele. Il primo tentativo di darne un'interpretazione scientifica risale però a Helmholtz nel 1856: secondo questo autore il soggetto teneva conto a livello inconsapevole, e sulla base della sua esperienza passata, del variare delle condizioni di stimolazione, correggendo quindi la sua percezione attuale (interferenza inconscia).

Questo studio è utile per chi prende lezioni di disegno e pittura per definire meglio il fatto che i motivi e gli stati emotivi del soggetto, sia momentanei che persistenti, siano essi stessi dei processi di allontanamento o difesa percettiva oppure vigilanza percettiva nei confronti dell’oggetto o degli oggetti da rappresentare con il disegno o la pittura.

M° Valerio Villani

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