In questa lezione di diritto parliamo di responsabilitá extracontratturale
1.Nozione e funzione.
Ai sensi dell'articolo 1173 codice civile le fonti delle obbligazioni sono il contratto, il fatto illecito e gli altri fatti o atti idonei secondo l'ordinamento a produrre obbligazioni.
Ora ci concentreremo sulla seconda categoria ovvero il fatto.
Ora colleghiamo l'articolo 1173 con l'articolo 2043 del codice civile, il quale afferma che qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno. L'articolo 2043 è la norma cardine della responsabilità extracontrattuale o da fatto illecito, Infatti in forza di questa disposizione commettere un fatto illecito fa sorgere in capo all'autore dell'illecito l'obbligazione risarcitoria nei confronti di chi abbia subito il danno.
L'esempio tipico é il sinistro stradale, infatti se tizio investe il pedone sempronio, tale fatto illecito fa sorgere in capo a tizio autore dell'illecito l'obbligo di risarcire il danno cagionato al pedone sempronio, dunque si dice che in capo a tizio sorge responsabilità extra contrattuale. Abbiamo già evidenziato le differenze con la responsabilità contrattuale a cui si rinvia. Sappiamo bene che in caso di responsabilità contrattuale vi è un vincolo giuridico tra le parti derivante dal contratto. Nella responsabilità extracontrattuale invece non sussiste alcun vincolo giuridico tra l'autore dell'illecito e il soggetto danneggiato, ma fondamentalmente l'autore dell'illecito viola il generale dovere imposto a tutti i consociati di astenersi dal danno agli altri anche detto principio del neminem leadere.
L'illecito civile può dunque distinguersi in due categorie, da un lato abbiamo di illecito contrattuale ovvero l'inadempimento che da luogo a responsabilità contrattuale, dall’altro invece abbiamo Illecito extra contrattuale che si configura quando taluno compie un fatto colposo o doloso dal quale deriva da un'altra persona un danno ingiusto dando luogo a responsabilità extracontrattuale. Dobbiamo anche distinguere l'illecito civile dall'illecito penale. Infatti illecito penale o reato è sempre un fatto tipico, Nel senso che la legge prevede in modo espresso le singole fattispecie di reato, dunque l'illecito penale o reato si configura soltanto quando il reo ovvero colui che commette il reato, pone in essere il comportamento vietato.
L'illecito civile invece è un fatto atipico nel senso che la legge non prevede espressamente i fatti che danno luogo alla responsabilità civile ma tale responsabilità sorge ai sensi dell'articolo 2043 ogni qualvolta taluno compie un fatto dannoso nei confronti di un'altra persona. Dobbiamo sottolineare che un determinato fatto può essere allo stesso tempo sia illecito civile che illecito penale, basti pensare all'omicidio stradale, se tizio investe il pedone sempronio perché distratto dal telefono, da un lato tale comportamento costituisce il reato di omicidio stradale ma dall'altro lato lo stesso comportamento Ai sensi dell'articolo 2043 costituisce anche illecito extra con la conseguenza che tizio dovrà anche risarcire il danno cagionato ai parenti di sempronio. Quindi in questi casi oltre alla pena prevista dal diritto penale il reo soggiace anche alla sanzione civile dell'obbligazione risarcitoria.
Come afferma l'articolo 2043 affinché possa configurarsi responsabilità extracontrattuale in capo all'autore del fatto è necessario in primo luogo che il fatto sia colposo o doloso dunque necessario che il fatto sia psicologicamente attribuibile all'autore in termini di colpa o dolo quindi deve essere un fatto a lui imputabile. In secondo luogo è anche necessario che dal fatto colposo doloso sia derivato un danno ingiusto nei confronti della vittima, vuol dire che la vittima deve aver subito una lesione di un interesse giuridicamente rilevante per l'ordinamento giuridico. Dunque non basta che venga cagionato un danno ingiusto ma è anche necessario che questo danno sia stato prodotto da un fatto imputabile all'autore questo non è altro che il principio di colpevolezza.
2. Fatto e nesso di causalità.
Abbiamo già affermato che affinché possa configurarsi responsabilità extracontrattuale in capo all'autore dell'illecito è necessario che dal fatto sia derivato un danno ingiusto, ovvero si deve accertare la sussistenza di un nesso di causalità tra il fatto e l'evento dannoso, Nel senso che il danno deve essere conseguenza del fatto. Poi abbiamo visto anche che è anche necessario la colpevolezza dell'autore dell'illecito nel senso cioè che, è necessario che il fatto sia qualificabile come doloso o colposo. Si badi bene il comportamento da cui deriva l'obbligazione risarcitoria può essere sia commissivo che omissivo. Dunque si badi bene che il danno risarcibile secondo il regime della responsabilità extracontrattuale si riferisce ad ogni conseguenza immediata e diretta del fatto.
3. Danno ingiusto.
Affinché si possa parlare di danno ingiusto è necessario che il comportamento realizzato sia qualificabile come antigiuridico. Tradizionalmente il comportamento veniva considerato antigiuridico quando ledeva un diritto soggettivo altrui ingiustificatamente. Attualmente non si guarda tanto alla condotta ma si osserva maggiormente l'interesse leso dall'illecito, dunque bisogna verificare se l'interesse leso sia effettivamente meritevole di tutela secondo l'ordinamento giuridico. Dunque affinché scatti responsabilità extracontrattuale non è più necessario come in passato che venga leso un diritto soggettivo assoluto ma è sufficiente che venga leso un qualsiasi interesse giuridicamente rilevante e meritevole di tutela secondo l'ordinamento giuridico.
4. Ampliamento della sfera del danno ingiusto.
La sfera del danno ingiusto di conseguenza attualmente risulta ampliata in diverse direzioni. Ad esempio basti pensare che la lesione del Diritto di credito da parte di un terzo comporta responsabilità extra contrattuale in capo al terzo che renda impossibile l'adempimento della prestazione da parte del debitore.
Ancora si considera tutelabile anche la lesione di aspettative carattere patrimoniale in campo familiare ci riferiamo dunque alla legittima aspettativa di partecipare ai risparmi che il congiunto avrebbe accumulato senza la commissione dell'illecito. Anche la perdita di chance è divenuto danno meritevole di tutela secondo l'ordinamento giuridico, ci riferiamo alla concreta ed effettiva occasione favorevole di conseguire un determinato risultato economicamente vantaggioso che si perde a causa dell'illecito altrui. O ancora si pensi ai danni subiti dal possessore che abbia subito una lesione del possesso a causa dello spoglio o di turbative nel proprio possesso. Inoltre si pensi ancora alla lesione degli interessi legittimi ovvero l'interesse ad ottenere dalla pubblica amministrazione un esercizio dei propri poteri in modo conforme alla legge, di conseguenza un esercizio illegittimo dei suoi poteri da parte della pubblica amministrazione può dar luogo a responsabilità extracontrattuale in favore del cittadino che sia stato danneggiato.
5. Cause di esclusione dell'antigiuridicità.
Non a caso il codice civile dopo la norma fondamentale dell'articolo 2043, disciplina all'articolo 2044 e 2045 rispettivamente la legittima difesa e lo stato di necessità, che sono le principali cause di esclusione dell antigiuridicità, Nel senso che in un caso di un fatto dannoso commesso per legittima difesa o per stato di necessità L’ordinamento considera il danno giustificato e di conseguenza non imputa alcuna responsabilità in capo all'autore del fatto.
In relazione alla legittima difesa, l'articolo 2044 dispone che non è responsabile chi cagioni il danno per legittima difesa di sé o di altri. Quindi chi commette un fatto dannoso per difendere se stesso o altri non è responsabile, perché l'ordinamento esclude l'antigiuridicità del danno ovvero considera il danno giustificato. Ma integrando questa norma con il codice penale affinché la legittima difesa possa operare come causa di esclusione dell'antigiuridicità è necessario che l'autore del fatto deve aver reagito contro un'offesa ingiusta altrui, che il pericolo al proprio diritto o al diritto altrui deve essere attuale, inoltre la difesa deve essere proporzionata all'offesa. infatti ove manchi tale proporzionalità tra la difesa e l'offesa si ha un eccesso colposo di legittima difesa, il quale obbliga l'autore dell'illecito al risarcire il danno che si ricollega la sua reazione sproporzionata.
Si ha Stato di necessità quando il fatto dannoso è stato compiuto non per reagire all'altrui aggressione come nella legittima difesa, ma perché costretti dalla necessità di salvare sé stessi o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, se tale situazione di pericolo non è stata volontariamente causata né altrimenti evitabile. Affinché ricorra lo stato di necessità è necessario chi l'autore del fatto dannoso abbia agito perché costretto da una situazione di pericolo. Ma ciò non basta, è anche necessario che tale pericolo sia inevitabile e non risulti causato volontariamente dal soggetto che si avvale lo stato di necessità. inoltre si badi bene lo stato di necessità è invocabile solo qualora si è costretti dalla necessità di salvare sé stessi o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, quindi ci riferiamo solo alla tutela dei diritti della personalità, di conseguenza lo stato di necessità non è invocabile per la tutela dei diritti patrimoniali. Inoltre il pericolo deve essere attuale quindi non deve trattarsi di un pericolo futuro ma di un pericolo incombente. Anche se lo stato di necessità impedisce che il fatto dannoso venga considerato in quanto esso è giustificato dall'ordinamento giuridico, bisogna evidenziare che l'articolo 2045 prevede la corresponsione al al danneggiato di una indennità da parte di chi abbia agito in stato di necessità, dunque anche se il fatto dannoso compiuto in uno stato di necessità è considerato lecito ovvero non antigiuridico, da tale fatto sorge comunque l'obbligo di pagare un'indennità a favore di chi abbia subito un danno.
Inoltre altre cause di esclusione dell'anti giuridicità sono previste dal codice penale ovvero articolo 50 c. p. consenso dell'avente diritto e articolo 51 l'esercizio di un diritto o adempimento di un dovere.
6. Imputabilità e colpevolezza.
Affinché sorga responsabilità a carico di un soggetto con l'obbligo di risarcire il danno, oltre alla configurabilità del profilo oggettivo ossia fatto produttivo di un evento dannoso, e anche necessario la ricorrenza del profilo soggettivo, occorre cioè che il fatto sia doloso o colposo, si tratta dunque del giudizio di colpevolezza il quale presuppone la imputabilità del fatto dannoso. alla base della responsabilità extracontrattuale vie il riscontro di un comportamento colpevole, Ma ci sono casi in cui si esclude la colpevolezza dell'autore del fatto dannoso, analizziamoli.
È evidente che affinché il fatto dannoso sia imputabile all'autore è necessario che il soggetto abbia commesso il fatto in uno stato di capacità naturale o anche detta Capacità di intendere e di volere. l'articolo 2046 del codice civile stabilisce che non è responsabile ovvero non risponde delle conseguenze del fatto dannoso chi non aveva la capacità di intendere e di volere al momento in cui ha commesso il fatt salvo che lo stato di incapacità derivi da sua colpa. la capacità naturale anche detta di intendere e di volere é la capacità di un soggetto considerata in un determinato momento di comprendere quel che si sta facendo, ovvero la capacità di rendersi conto dell'effettiva portata delle conseguenze delle proprie azioni mentre si tiene un determinato comportamento. Dobbiamo però distinguere la capacità naturale dalla capacità legale anche detta capacità d'agire.
Sappiamo bene che la capacità d'agire se acquista con la maggiore età ed è l'idoneità a compiere atti giuridicamente rilevanti soggetti che non hanno tale capacità sono i minori, interdetti eccetera, questi soggetti non hanno la capacità di compiere atti che incidono sulla propria sfera giuridica. la capacità naturale invece riguarda l'attitudine di un soggetto a compiere un determinato atto, dunque si considera lo stato mentale del soggetto nel momento in cui compie l'atto, è evidente che il minore o l'interdetto pur se legalmente incapaci, se nel caso specifico si ritiene che siano in grado di comprendere la portata dannosa del proprio comportamento e di autodeterminarsi di conseguenza, sono ritenuti dotati di capacità naturale. Allo stesso modo soggetti legalmente capaci potrebbero essere ritenuti in un momento specifico incapaci di intendere e di volere. Quindi è il giudice che in concreto deve accertare se in capo al soggetto sussista la capacità di intendere e di volere relativamente allo specifico atto compiuto. Dunque se un soggetto compie un fatto dannoso in un momento in cui si ritiene che fosse privo della capacità di intendere e di volere, di conseguenza il fatto non è imputabile all'autore ergo l'autore del fatto dannoso è esente da responsabilità, perché se il fatto non è imputabile di conseguenza non si può attribuire psicologicamente in termini di colpa o dolo il fatto all'autore stesso.
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Dobbiamo porre l'enfasi sul fatto che lo stato di incapacità del soggetto Non deve derivare da sua colpa, il perché è evidente. se tizio rimane inebriato a causa delle sostanze rilasciate dalla distilleria in cui lavora, e investe sempronio essendosi ritrovato involontariamente in uno stato di incapacità di intendere e di volere, tizio non è imputabile perché ha commesso il fatto in uno stato di incapacità di intendere e di volere non volontariamente determinato. se invece tizio volontariamente assume una quantità eccessiva di alcol fino a perdere lucidità mentale e poi si mette alla guida investendo sempronio in tal caso lo stato di incapacità di intendere e di volere in cui si trovava un tizio nel momento in cui ha commesso il fatto dannoso non è rilevante, perché in tal caso tizio si volontariamente posto in uno stato di incapacità naturale quindi è senz'altro imputabile.
Ma cosa succede quando viene compiuto un fatto dannoso da un soggetto che si trovava in uno stato di incapacità naturale al momento del compimento del fatto? l'articolo 2047 addossa l'obbligo del risarcimento al soggetto tenuto alla sorveglianza dell'incapace, salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto. Dunque vige una presunzione di responsabilità in capo al soggetto tenuto alla sorveglianza dell'incapace, , nel senso cioè che, quando l'incapace commette un fatto dannoso l'ordinamento presume la responsabilità del soggetto tenuto alla sua sorveglianza, a meno che quest'ultimo non provi di non aver potuto impedire il fatto. Inoltre se il danneggiato dal fatto dell'incapace, non sia stato in grado di ottenere il risarcimento del danno dal soggetto tenuto alla sorveglianza dell'incapace, il giudice tenendo conto delle condizioni patrimoniali delle parti può condannare l'autore dell'illecito al pagamento di un'indennità. In modo più specifico l'articolo 2048 prevede che nel caso in cui il fatto dannoso venga compiuto da un minore, la responsabilità viene addossata un capo ai genitori o al tutore ovvero agli insegnanti, una responsabilità che concorre con quella di chi abbia cagionato il danno, Si parla in tal senso di responsabilità oggettiva.
Per quanto riguarda la colpevolezza invece, ai sensi dell'articolo 2043 non basta il profilo oggettivo ovvero il fatto produttivo di un evento dannoso di cui è conseguenza, ma è anche necessario il profilo soggettivo ovvero è essenziale accertare la colpevolezza Dell'autore del fatto dannoso, in altri termini è necessario accertare che il soggetto abbia commesso un fatto dannoso con colpa o dolo, questo è il principio della colpevolezza. se non c'è imputabilità non c'è colpevolezza, se non c'è colpevolezza non c'è responsabilità.
Se tizio sta guidando nel pieno rispetto delle regole sulla circolazione stradale rispettando i limiti di velocità e la distanza di sicurezza, ma a causa di un animale che attraversa improvvisamente in un attimo la strada, in una zona in cui non dovrebbero essere presenti Animali selvatici, sbanda investendo una persona che si trovava sul bordo della strada, in tal caso è evidente che un evento imprevedibile, inevitabile o eccezionale si è inserito nel processo causale che ha determinato l'evento dannoso, e conseguentemente si esclude la colpevolezza dell'autore del fatto dannoso.
Dunque si ricordi che la colpevolezza è essenziale ai fini dell'attribuzione di responsabilità in capo all'autore del fatto dannoso, ma ci sono casi in cui si addossa responsabilità in capo ad un soggetto a prescindere o indipendentemente dalla colpevolezza.