Lezioni di italiano: differenza tra diminutivo, vezzeggiativo, accrescitivo e dispregiativo

Nella vita di tutti i giorni utilizziamo tantissimi diminutivi, vezzeggiativi, dispregiativi, ecc... Senza rifletterci, eppure, certe volte, è così difficile saper dare una definizione di ciascuno.

Come distinguere un diminutivo, vezzeggiativo, accrescitivo e dispregiativo

Innanzitutto, quando si parla di diminutivi, vezzeggiativi, accrescitivi e dispregiativi, ci si può riferire a:

  • un nome
  • un aggettivo 

In entrambi i casi si verranno a costituire dei nomi o aggettivi denominati, appunto, alterati. Ciò che li accomuna è, infatti, la modalità di formazione o alterazione degli stessi, ovvero la seguente combinazione:

  • radice + suffisso:  lett-uccio; bell-ino

Inquadrata ora l'origine degli alterati, passiamo a distinguerne le diverse categorie.

Diminutivo: definizione ed esempi

I diminutivi intendono ridurre una qualità del sostantivo o aggettivo considerato; pertanto, usano suffissi quali:

  • -uccio
  • -etto
  • -ino
  • -ello
  • -erello

Infatti, parole come lettino, bruttino, fuocherello, borsello ce ne danno un valido esempio.

Accrescitivo: definizione ed esempi

Gli accrescitivi invece, denotano la volontà di sottolineare la grandezza del nome o aggettivo, perciò impiegano differenti suffissi:

  • -one
  • -acchione

Ne sono un esempio nomi come: fratellone, compagnone, amicone. Oppure aggettivi quali: bellone, allegrone, furbone.

Vezzeggiativo: definizione ed esempi

Veniamo ora ai vezzeggiativi: essi si discostano dai diminutivi perché mirano a evidenziare l'aspetto grazioso, leggiadro o gentile di qualcosa/qualcuno, indipendentemente dalle dimensioni effettive esteriori. Essi sono caratterizzati da suffissi simili a quelli dei diminutivi, perciò, talvolta, risulta importante capire il contesto di utilizzo per evincerne il senso; fra questi troviamo:

  • -etto
  • -uccio
  • -occio

Da cui risultano: carino, piccoletto, calduccio, casetta, borsetta, figlioccio...

Dispregiativo: definizione ed esempi

Infine i dispregiativi si riferiscono negativamente a una persona, animale o cosa mediante i seguenti suffissi:

  • -accio
  • -astro

Furbaccio, figliastro, poetastro, ragazzaccio, risultano facilmente riconoscibili tra i vari alterati, grazie alla loro forte connotazione dispregiativa.

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Alice
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Docente di lettere di professione, appassionata di arte e teatro, aiuto ragazzi e giovani universitari a trovare il loro metodo di studio e a usare la loro creatività.Contattare
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