In matematica, un radicale è un simbolo (√) che indica l'operazione di estrazione della radice quadrata di un numero. Il radicale può anche essere utilizzato per indicare l'estrazione di altre radici, come la radice cubica o la radice quarta, in tal caso il numero dell'indice della radice viene posto come indice del simbolo del radicale.
Ad esempio, la radice cubica di 27 può essere indicata come ∛27, dove l'indice 3 indica l'estrazione della radice cubica. Il radicale può essere utilizzato per esprimere le soluzioni di equazioni polinomiali, per calcolare la lunghezza di segmenti in geometria, e per rappresentare funzioni matematiche come la funzione radice quadrata (y = √x). Il radicale è un concetto fondamentale dell'aritmetica e dell'algebra, e viene studiato in modo approfondito in corsi di matematica di livello scolastico e universitario.
Non c'è un singolo inventore delle radici in matematica, poiché l'estrazione delle radici è stata sviluppata in modo graduale nel corso della storia della matematica. Tuttavia, si può dire che gli antichi Babilonesi, Greci ed Egizi erano consapevoli delle proprietà delle radici, e avevano sviluppato metodi per calcolarle. Ad esempio, gli antichi Babilonesi avevano una tavola di radici quadrate, e gli antichi Greci avevano scoperto le proprietà delle radici negli studi sull'aritmetica e sulla geometria.
Nel 16° secolo, il matematico italiano Niccolò Fontana Tartaglia ha sviluppato un metodo per risolvere equazioni di terzo grado che coinvolgeva l'estrazione delle radici cubiche. Successivamente, nel 16° e 17° secolo, matematici come Gerolamo Cardano, Rafael Bombelli e François Viète hanno esteso le conoscenze sulle radici per includere le radici di ordine superiore e le radici complesse.
In sintesi, l'estrazione delle radici è un concetto matematico che si è evoluto nel corso della storia, grazie al contributo di numerosi matematici nel corso dei secoli, e non è da confondersi con l'estrazione delle radici che fa l'erborista per preparare gli infusi!
Buon lavoro!