Quello che probabilmente si intende con “arabo formale” è probabilmente l’AMS (Arabo Moderno Standard, o quasi sempre MSA, Modern Standard Arabic), ossia la forma attuale dell’arabo utilizzata nello scritto e nella maggior parte dei discorsi formali, imparata dai vari arabi a scuola e quindi utilizzabile come una sorta di lingua franca. Si basa sull’arabo classico, quello in cui è anche scritto il Corano, che è praticamente soltanto scritto e parlato soltanto in moschea, con una pronuncia modernizzata.
L’”arabo informale” non è definito; per la parlata quotidiana si usano dialetti dell’arabo stesso molto variegati in tutte le zone arabofone, spesso non mutualmente intelligibili tra loro seppur derivati da una base comune, teoricamente vere e proprie lingue a sé stanti secondo certe analisi. Gli arabi tendono a vedere questa differenza come una discrepanza di registro, appunto formale/informale.
Esiste anche un livello intermedio, ossia un registro formato da una lingua grandemente influenzata dall’arabo standard, normalmente utilizzato dalle classi istruite nel parlato, ma che comunque non compare spesso nello scritto.
Comunque, passiamo alle vere differenze tra questo arabo classico e quello moderno, soprattutto informale.
Le varietà inoltre tendono ad avere gruppi consonantici più complessi e innovativi rispetto all’arabo moderno e ad applicare mutamenti nelle vocali (in tante varietà sedentarie, dal sistema trivocalico di /i, u, a/ con varianti brevi e lunghe si stanno diffondendo le vocali /e:/ ed /o:/).