Ci sono delle regole... anche nelle eccezioni! Lezione di grammatica

Lo sai che anche le eccezioni grammaticali seguono delle regole? 

Sembra un controsenso ma ti garantisco che è così. Ed è una scoperta che lascia sempre stupiti i miei alunni, a cui da anni insegno l'italiano nel modo più semplice, divertente e immediato possibile in corsi, anche serali, per bambini e adulti, italiani e stranieri.

Fai lezione di italiano 

La lingua italiana può sembrare molto difficile per chi, di madrelingua straniera, decide di volerla imparare, magari senza avere delle basi solide di grammatica in nessun'altra lingua, o si trova costretto a farlo per motivi di lavoro o di permanenza sul territorio italiano.

A fare più paura, di solito, è l'infinita variabilità delle situazioni che si possono incontrare quando ci si spinge al di fuori del terreno sicuro delle regole. "1 + 1 = 2". Una regola matematica semplice che, se applicata, ci permette di fare addizioni anche complicatissime e con numeri potenzialmente infiniti. Lo stesso vale con la lingua: una volta imparata una regola, basta applicarla e sappiamo di essere nel giusto, procediamo spediti e sicuri. Ma la grammatica non è un tomo di rigide formule matematiche e abbraccia la vasta gamma di sfumature della comunicazione e dell'espressione umana. Una ricchezza resa tale dalle regole... e dalle eccezioni. Che, in effetti, sono moltissime.

Lo vediamo già muovendo i primi passi nella lingua italiana, imparando i nomi. La "regola d'oro" della grammatica di questa splendida lingua musicale, tanto amata all'estero, ci dice che quelli che terminano con la vocale "A" sono nomi declinati al femminile singolare (amic-A) mentre con la "E" finiscono i nomi al femminile plurale (amich-E); "O" è l'ultima lettera del maschile singolare (amic-O) e "I" quella del maschile plurale (amic-I).

Fin qui tutto chiaro, tutto bene. Basta cambiare la radice della parola e il gioco è fatto: figli-A - figli-E - figli-O - figl-I. E così via: bambin-A - bambin-E - bambin-O - bambin-I. 

Ma poi arrivano le eccezioni e iniziano i problemi: tutto sembra dominato dal caos, diventa incomprensibile, difficilissimo...

Ad esempio: "volp-E" termina con "E" ma non è un nome femminile plurale (come "matit-E", "mamm-E", "scarp-E"...): è un nome femminile, è vero, ma è singolare. "Dottor-E" termina sempre con "E", ma è maschile singolare; come "serpent-E", "elefant-E", "animal-E". E ancora: "artist-A" termina con "A" ma si usa anche al maschile. Come "elettricist-A", "camionist-A", "pap-À"...

 

Come orientarsi, allora, in questa "giungla" di eccezioni che sembrano spuntare ovunque? Ti sembrerà strano, ma le eccezioni si capiscono e si domano... con delle altre regole!

Regole "speciali", perché si aggiungono alle regole standard che avevamo imparato e che non sono così intuitive, ma che si comportano esattamente come tutte le altre regole del mondo: basta applicarle e il risultato è garantito. Come la ricetta di una torta: se rispetti il dosaggio degli ingredienti e segui passo passo le istruzioni, il dolce riuscirà alla perfezione. Chi di noi non si è sentito un impiastro ai fornelli, fino a quando non si è lanciato provando a mettersi alla prova con la prima crostata, o la prima frittata? È bastato cercare la ricetta, rispettarla alla lettera e... opplà! Ecco sfornato il primo manicaretto da Masterchef!

Con le eccezioni della lingua è la stessa identica cosa. Basta conoscere le regole speciali che rimettono ordine del caos. Non ci credi? Se vuoi ti spiego io come si fa. Scrivimi! :-)

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Silvia
Silvia
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Insegnante di Italiano a Bolzano. Specializzato/a nell'offerta di lezioni di lezioni a domicilio e lezioni online, adattate alle esigenze individuali di ogni studente. Le lezioni che tengo sono pensate per aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi e le tue mete.Contattare
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