L’insegnante di ripetizioni, senza false ipocrisie

Quanto state per leggere può risultare poco gradito. Ma pazienza. Da docente in cattedra, mi sono spesso trovato a dialogare con genitori stupiti degli insuccessi scolastici dei figli, quando "l'insegnante di ripetizioni mi dice che è bravo e va bene".

Già. Superata l'arroganza parentale nello sminuire la professionalità del docente in cattedra, indagando, si scopre che in realtà l'insegnante di ripetizioni si sostituisce all'allievo nello svolgimento dei compiti, gli risolve le eventuali difficoltà, in modo che l'allievo si presenti il giorno successivo con i compiti belli puliti per "fare bella figura". E così l'allievo parla bene ai genitori dell'insegnante privato, che instaura un rapporto di lucrosa fiducia con l'allievo.

Perché lucrosa fiducia? Perché in quel modo l'allievo non è reso autonomo e il rischio di fallire alle verifiche in classe è assai elevato, poiché lì non ha accanto il docente di supporto che lo indirizza, gli risolve i nodi, gli presenta la pietanza già pressoché cotta, solo da gustare. Il docente continua a supportare l'allievo, in un loop in cui però la funzione educativa viene meno, ma che è nell'interesse del docente - se lo rendesse realmente autonomo, verrebbe meno il guadagno fisso.

Un allievo che ha problemi in una materia può anche chiedere aiuto per la singola verifica, il singolo argomento - è nell'ordine delle cose - ma se deve essere costantemente seguito, il docente di supporto ha il dovere etico di assegnargli altri esercizi, affinché l'allievo dimostri di essersi reso autonomo su una certa parte di programma e/o che impari la metodologia corretta per essere autonomo del tutto.

Poi ci sono casi - tantissimi- in cui l'allievo, pur essendo oggettivamente bravo, ha bisogno di una presenza rassicurante: anche quella è parte integrante del processo educativo, e in quel caso l'insegnante di ripetizioni non si sostituisce all'allievo, ma diventa la longa manus del docente in cattedra - l'atteggiamento decisamente più corretto. 

Andare a lezioni private, cioè, è un lavoro per il docente, ma anche per il discente: altrimenti cosa instilliamo nella mente di un adolescente? Basta pagare qualcuno che ti risolva le difficoltà. Non granché, però. 

Quindi, cari genitori, diffidate di chi incensa vostro figlio, senza però permettergli di essere autonomo nella realtà scolastica (col rischio di cocenti delusioni e disamoramenti) e ritenete benvenuto qualcuno che cerchi, col lavoro, di rendere vostro figlio autonomo: è il successo educativo più bello, più fruttuoso e più duraturo.

Ti è piaciuto? Condividilo
Usa il nostro Strumento di Ricerca Intelligente
© 2007 - 2024 Letuelezioni.it è un membro della famiglia GoStudent Mappa del sito: Insegnanti privati