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Consigli per iniziare a imparare lo svedese

A differenza dell’inglese e altre lingue spendibili internazionalmente come lo spagnolo, il francese o il tedesco, lo svedese attira solo chi è sedotto da una cultura affascinante, ma che si esprime in un idioma poco diffuso, che conta circa 10 milioni e mezzo di locutori nel paese d’origine e più o meno altrettanti utenti “passivi” esterni – perlopiù negli Stati confinanti: Danimarca, Norvegia e Finlandia. L’esperto di lingue scandinave sa dunque che fra gli interessati a lezioni private di svedese non compariranno né lo studente delle superiori in cerca ripetizioni né l’universitario bisognevole di supporto per un esame ordinario.

Insegnanti di svedese online

Ma si tratta di un limite o, al contrario, di un punto di forza?

 

Questo post mira appunto a evidenziare come l’orizzonte di attesa tipico di chi necessita di lezioni private o di ripetizioni, nel caso di una lingua “di nicchia”, per così dire, come lo svedese, sia, per sua natura, più aperto alla creatività e alla scoperta perché non preimpostato.

 

Qualche dato sul posto di questa lingua fra gli idiomi affini e su certi tratti percepibili “a orecchio” precederà i promessi consigli per iniziare a imparare lo svedese, che saranno

 

sia 1) teorici – ovvero fondati su conoscenze pregresse in altre lingue

 

sia 2) pratici – cioè basati sul buon uso delle risorse online.

 

Brevi cenni sulle origini della lingua svedese: l’etimologia di “Svezia”

 

Chi cerca lezioni private o un corso per apprendere la lingua svedese deve sapere che il nome stesso del suo paese d’origine coinvolge i popoli vicini.

 

Il termine Svezia deriva infatti dal composto norreno Svíþjóð (pronuncia: [svì-thdh] – cfr. ingl. thin e thus, rispettivamente). Il primo elemento di questo composto ricorre, latinizzato, nella Germania di Cornelio Tacito, opera del 98 d.C. in cui indica gli antichi Suiones (o svíar, nella già citata lingua dei vichinghi e delle saghe); il secondo membro mostra la stessa radice, dal significato-base di “popolo”, riflessa nel tedesco Deutschland, nell’inglese dutch e nell’italiano teutonico. Etimologicamente, “Svezia” vale dunque “(terra del) popolo degli svioni” – con echi sia nella definizione ufficiale dello Stato (Kongungariket Sverige o “Regno di Svezia”) sia nel toponimo Svealand – la contea storica della capitale Stoccolma e di Uppsala, città universitaria maestra del grande naturalista Carl Nilsson Linnaeus, noto in Italia come Linneo.

 

Lo svedese fra le altre lingue: tratti fonetici e strutturali

 

Più avanti torneremo sui toponimi nordici connessi a quelli italiani. Ancora in tema di affinità italo-svedesi, l’aggettivo “teutonico” suggerirebbe una lingua dai suoni duri e gutturali. Nello svedese, invece, le numerose consonanti palatali, le vocali ben articolate e una prosodia melodiosa conferiscono una familiare dolcezza a questo idioma annoverato fra le “lingue musicali”. Con le lingue, i giudizi estetici sono fuori posto, ma questa curiosità tornerà comoda in seguito.

 

Chi, prima di esplorare in rete come seguire un corso di svedese in forma di lezioni private, si sia fatto un’idea sul posto di questa lingua fra le proprie sorelle, sa che le lingue germaniche settentrionali sono divise in due rami principali – da un lato, quello occidentale, con i due norvegesi (landsmål e nynorsk), feroese (la lingua dell’arcipelago delle Føroyar) e islandese; dall’altro, quello orientale, comprendente danese e svedese. In effetti, però, la geografia ha separato le varianti continentali da quelle insulari.

 

I rapporti tra svedese e italiano

 

Al di là delle ovvie affinità inter-nordiche, nomi di luogo come quelli della città di Göteborg, della contea storica di Götaland – suddivisa in Västergötland e Östergötland – e dell’isola baltica di Gotland rimandano agli antichi goti presenti in Italia dal V secolo d.C. Nell’italiano, esistono tracce della loro lingua tali da dimostrare che... conosciamo un po’ di svedese… prima di conoscerlo? Detto altrimenti: si tratta davvero di “ostrogoto”?

 

Per antonomasia, una persona incomprensibile “parla ostrogoto”:

parla östgötska, il dialetto di Linköping e dintorni, nella Svezia sudorientale.

 

Ciò è tanto curioso quanto esagerato: come gli interessati allo studio di questa lingua potranno scoprire, i contatti tra svedese e italiano esistono eccome.

 

Queste consonanze riguardano infatti, soprattutto:

 

1) i prestiti classici nelle lingue europee moderne – dai latinismi più universali come argument, element, parlament, diskussion, aktion, motion, religion, artist, materialism, a quelli mediati dal francese come i verbi komplettera, integrera, minimisera, promovera e mille e mille altri fra derivati diretti e indiretti fino ai grecismi, come, fra i numerosissimi esempi possibili, atom, biologi, ekologi, ekonomi, fysik, kristall, matematik, metod, musik, nostalgisk, parabel, rytm, skandal, tragedi –;

 

2) la componente germanica comune.

 

Dal V al IX/X secolo, la presenza di Goti, Longobardi e Franchi segna in Italia il lessico nel passaggio da latino a volgare. Fra le regioni italiane, Lombardia (già “Longobardia”) e Marche hanno nomi germanici. La prima ha un etimo evidente. La seconda mostra una radice che, riflessa nei molteplici toponimi scandinavi in -mark, sta per “terra di confine”, ed è nota grazie alla specialità sciistica norvegese del Telemark, patria di questo sport.

 

Gli esempi coi nomi di luogo potrebbero moltiplicarsi.

 

Ampliando la prospettiva, si scopre che una “landa desolata” ha la stessa origine del suffisso di Grekland (la “terra dei greci”), Tyskland (la “terra dei tedeschi”), Island (la “terra del ghiaccio”) e del citato Svealand (o “terra degli Svioni/ svíar”).

 

Ampliandola ancora, un racconto fantasy medievaleggiante potrebbe aprirsi come segue.

 

Paragoni interlinguistici: una frase in italiano con paralleli lessicali svedesi

 

Un forsennato bandito bruno, affiancato da un falco e fornito d’elmo e speroni, si arrampica per un bosco alle falde di un borgo arroccato su una sghemba scarpata”.

 

Potrebbe, insomma, aprirsi con parole tutte di origine germanica adattate al sistema di una lingua romanza come l’italiano.

 

Ecco le corrispondenze con lo svedese a partire dal nostro esempio testuale:

 

sinne “senso, capacità percettiva”

bann “scomunica”

brun “bruno”

flank “fianco”

falk “falco”

främja “promuovere”

 

 

hjälm “elmo”

sporr “sperone/sprone

ramp “rampa”

buske “arbusto”

fåll “falda” = orlo/piega (di un abito) +

-faldig “-plice”

borg “borgo” + Göteborg “Borgo dei Goti

rockad “arroccamento”

slem [forma arcaica] “scadente”

skarp “aguzzo”

 

cfr. forsennato = fuori di senno

cfr. bandito = scomunicato = fuori legge

bruno

cfr. affiancato

falco

cfr. fornire = mettere a disposizione di = facilitare/aiutare → fornito di = a cui è stato messo a disposizione qcosa

elmo

sperone/sprone

cfr. arrampicarsi = salire per una rampa

cfr. bosco = insieme di alberi

cfr. trefaldig + mångfaldig = triplice “con tre pieghe” + molteplice “con molte pieghe”

borgo

 

cfr. rocca, arroccato

cfr. sghembo = storto/piegato = tortuoso

cfr. scarpata = scoscendimento appuntito

 

 

Chi, prima di trasferirsi o per altri motivi, intenda apprendere la lingua svedese tramite lezioni private, può contare, insomma, su consonanze inattese – specie se il docente ha una formazione comparatistica capace di orientarlo valorizzando le sue conoscenze pregresse con associazioni mentali fra radici comuni.

 

Finora, ci siamo limitati a somiglianze lessicali relative a singole parole.

 

Questi accenni lasciano intuire l’utilità di accostare lo svedese a una lingua dello stesso gruppo.

 

In altri termini, se il confronto con l’italiano, lingua romanza, rivela già condivisioni greco-latine e germaniche, cosa attenderci da un paragone fra lo svedese e un’altra lingua germanica? In che proporzione, dunque, conoscere già l’inglese può aiutare ad affrontare lo svedese o un altro idioma scandinavo con la certezza di non partire da zero? Posso attendermi somiglianze non solo come quelle tra italiano e svedese, ma anche strutturali, quali l’uso dei tempi, la coniugazione, i gradi dell’aggettivo, la formazione del plurale e simili tratti di base?

La risposta è ovviamente affermativa.

Paragoni interlinguistici: due frasi in inglese con paralleli strutturali svedesi

 

Partiamo da due storie: una di sapore idilliaco; una testimone di aspetti più truci della natura umana. Così: sia per dimostrare l’entità delle somiglianze tra svedese ed inglese – ma varrebbe anche per il rapporto svedese-nederlandese o svedese-tedesco, per non parlare delle altre lingue scandinave – sia per soddisfare i gusti dei potenziali interessati a un corso di lingua svedese in forma di lezioni private.

 

Testo inglese (English text) Testo svedese (svensk text)

 

A) An ice-cold winter wind has gradually felled the sorrowly rotting apple tree where glad, grey, singing small sparrows sat in the shining, warm summer days.

 

B) A group of wild, grim, blood-thirsty and lawless robbers plundered the white sand-dunes of Western France without any shame for these hateful, hair-rising, foul deeds.

 

A) En iskall vintervind har gradvis fällt det sorgligt ruttnande äppelträdet

där glada, gråa, sjungande små sparvar

satte på de skinande, varma sommardagarna.

 

B) En grupp av vilda, grymma, blodtörstiga och laglösa rövare plundrade västra Frankrikes vita sanddyner utan någon skam för dessa hatfulla, hårresande, fula dåd.

 

Versioni italiane:

 

A) Un vento invernale freddo come il ghiaccio ha gradualmente abbattuto il melo tristemente marcescente dove piccoli, lieti, grigi passeri canori si posavano nelle splendide, calde giornate estive.

 

B) Un gruppo di selvaggi, crudeli predoni assetati di sangue e senza legge saccheggiò le bianche dune sabbiose della Francia occidentale senza alcuna vergogna per queste odiose, orrende gesta da far rizzare i capelli.

 

Come affrontare lo svedese: suggerimenti teorici e pratici

 

Come si vede, un rapido confronto fra inglese e svedese conferma le attese: le affinità vanno ben oltre le pure corrispondenze lessicali; potremmo approfondire, ma fidiamo nell’intuizione degli interessati alle lezioni private di lingua svedese con qualche retroterra germanico – sia esso solo anglofono oppure esteso a tedesco o nederlandese, per non parlare del norvegese o del danese.

 

In conclusione, fra i consigli per iniziare a imparare lo svedese, quanto sopra indicato coincide con la parte teorica: fare leva su quanto già ci è noto dalla conoscenza:

 

1) dell’elemento lessicale germanico in italiano;

 

2) della comodità di “riciclare” certe pronunce italiane (standard e regionali) per rendere le consonanti palatali e certe vocali svedesi – cfr. la sezione Lo svedese fra le altre lingue: tratti fonetici e strutturali;

 

3) della componente greco-latina nelle lingue germaniche;

 

4) delle somiglianze anche strutturali fra lingue germaniche – per esempio, a partire dalla dimestichezza con l’inglese o con altri idiomi affiliati;

 

5) della diffusione di composti con membri etimologicamente riconoscibili

 

significa infatti prepararsi a intuire parole e frasi nuove nella lingua d’interesse.

 

Ora, se questo criterio teorico-comparativo vale per l’apprendimento non solo dello svedese, ma di qualsiasi lingua ci piaccia imparare sotto la guida di un tutore/insegnante, lo stesso deve dirsi per i consigli pratici.

 

Conscia di questo, la persona interessata allo studio della lingua svedese tramite un corso in forma di lezioni private potrà sfruttare al meglio le risorse online, puntando su:

 

1) dizionari accreditati, disponibili in rete in molteplici combinazioni linguistiche, ivi compresa quella in questione;

 

2) siti che forniscono i paradigmi completi di un gran numero di verbi nella lingua prescelta;

 

3) glossari-portale concepiti come “libera enciclopedia” con etimologie e parallelismi tra lo svedese e le lingue imparentate;

 

4) materiale audio-video accessibile in Internet e recitato o cantato in svedese nonché sottotitolato ancora in svedese e/o in qualche altra lingua già conosciuta a vario livello dallo studente – un’ottima base sono le serie Easy languages (Easy Swedish, nel nostro caso);

 

5) stralci di trasmissioni, film, vlog e notiziari in originale, graduati per difficoltà in base alle esigenze di chi studia;

 

6) testi scritti monolingui o con traduzione a fronte in una lingua già familiare allo studente, la cui complessità sia calibrata fino a comprendere tecnicismi corrispondenti alle competenze del singolo e brani di opere letterarie.

 

Conclusioni. Non sapere… di sapere: il caso dello svedese

 

Adattandolo ai presupposti utili per confrontarsi con la lingua svedese da neofita, questo post ha inteso introdurre il tema: come smettere di… ignorare di sapere.

 

Qualche base su cui innestare nuove scoperte l’avete senz’altro. Se questa lingua nordica vi tenta, vi intriga o – semplicemente – vi serve per ragioni pratiche, cosa aspettate ad esplorarla con fiducia e curiosità?

 

 

 

 

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Massimo
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