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Pellegrino Rossi, primo Governo liberale a Roma?

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Pellegrino Rossi nacque in Toscana, precisamente a Carrara, in quello che all'epoca era il Ducato di Masse e Carrara nel 1787. Intraprese i suoi studi in legge alle università di Posa e Bologna e divenne professore di legge nel 1812.

Di idee liberali e rivoluzionarie, si unì alla spedizione italiana in Puglia e Calabria guidata da Gioacchino Murat. Dopo la disfatta del generale francese, Pellegrino Rossi ripiegò in Svizzera dove iniziò a dedicarsi all'insegnamento a tempo pieno. La sua fama come docente gli valse la cittadinanza elvetica e nel 1832 entrò a far parte del parlamento del cantone di Ginevra.

La sua proposta di legge, per favorire i rapporti di forza tra cantoni e stato centrale, vide però l'opposizione del Governo elvetico. La delusione politica subita lo spinse a trasferirsi in Francia, dove ottenne la cattedra in politica economica. Nel 1834 venne naturalizzato come cittadino francese e prese la cattedra di diritto costituzionale alla Sorbona, l'Università più prestigiosa di Parigi.

Nel 1845 fu inviato, dalla monarchia francese, come delegato a Roma dal papa per discutere il problema dei gesuiti. I disordini scaturiti con la rivoluzione del 1848 in Francia, e la nuova repubblica formatasi con Luigi Napoleone, lo spinsero a rimanere in Italia, a Roma, dove era stato eletto Pio IX, Pontefice di idee liberali e quindi vicine a quelle di Pellegrino Rossi.

Il Papa, dopo averli concesso la cittadinanza pontificia, lo nominò ministro della Polizia, carica altissima per un laico, in quanto la carica di Primo Ministro era riservata al Cardinale Segretario di Stato.

Pellegrino Rossi ottenne anche la nomina a ministro delle finanze. Pio IX aveva infatti capito le reali capacità dell'Italo-Francese e voleva fortemente legarlo al suo Governo Riformista.

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Grazie alle idee di Rossi le finanze pontificie furono totalmente riorganizzate e rese efficienti, inoltre riorganizzò la rete stradale dello Stato Pontificio collegando più velocemente Roma a Civitavecchia, porto papalino di vitale importanza sia economica che militare. Anche l'esercito e la polizia vennero riorganizzati e resi più efficienti, come uno Stato moderno.

Rossi arrivò addirittura a ipotizzare un'unione doganale per i vari Stati Italiani, in modo da liberare la circolazione delle merci nell'intera Penisola. Questa iniziativa trovò l'iniziale appoggio del Regno di Sardegna, ma l'opposizione dei patrioti italiani che volevano uno Stato Unitario come lo era quello francese, ed erano contrari a una confederazione che avrebbe visto ancora il Papa dominare su Roma e sullo Stato Pontificio. L'unione confederale era poi costituita principalmente sul lato economico e non politico, cosa che scontentava non poco i patrioti.

Il 15 novembre 1848 fu assassinato sulle scale del Palazzo della Cancelleria, attivando quel processo rivoluzionario che porterà alla creazione della Repubblica Romana.

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