Perché meditare? A cosa serve? E come si fa?

Cosa vuol dire meditare? Perché farlo?

Meditare vuol dire abituarsi ad avere pensieri positivi e costruttivi e non negativi e distruttivi. Meditare vuol dire familiarizzare, abituarsi a connettersi con una mente favorevole a un percorso di felicità. Meditare tutti i giorni vuol dire creare buone abitudini, quindi avere dei pensieri corretti, in maniera costante. 

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È importante la costanza nella pratica proprio per questo motivo, per riuscire a mantenere la nostra mente equilibrata più a lungo possibile. Nelle lezioni di meditazione e nei corsi intensivi si dice che avere la mente ferma e stabile per un intero minuto sia già un grandissimo traguardo.

Non ne siamo consapevoli ma quelli che nello yoga si chiamano vritti, movimenti rotatori, vortici mentali sono continui e costanti nelle nostre menti. Fermarli, non farsi trascinare da questi movimenti vorticosi è il primo step della meditazione.

Per questo spesso si usa la tecnica di osservazione sul respiro, in quanto la mente si ferma e rimane stabile su un oggetto di osservazione. Se la mente è concentrata su un oggetto non vengono in essere i vari movimenti mentali che la rendono opaca e agitata. Ma quanto tempo riusciamo a rimanere fermi e stabili, con una mente pulita, calma e quieta? Dipende da quanto abituiamo la mente a comportarsi in questo modo, senza controllo senza la creazione di sane abitudini la mente diviene sempre più agitata.

La meditazione è una pratica che va fatta personalmente, nessuno può farla per noi, nessuno può entrare nella nostra mente e trasformarla, solo noi con l’abitudine e la pratica possiamo trasformare la nostra stessa mente. Certo ci sono gli insegnanti di meditazione che nel corso dei secoli ci hanno trasmesso tecniche pure, che tuttora a oggi vengono trasmesse, ma in primis dobbiamo volerle conoscere e poi metterle in pratica. La tecnica del calmo dimorare per esempio, che arriva direttamente dal Bhudda storico Shakiamuni, è stata preservata nella tradizione tibetana e a oggi è di facile accesso a chi voglia praticarla.

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Inizialmente si lavora sulla motivazione, che deve essere valida, quindi altruistica e poi ci si allena ad appoggiare l’attenzione al respiro per far calmare la mente. Il fine non è diventare totalmente consapevoli del proprio respiro, questo è il mezzo è il modo per trasformare la mente, il fine è divenire illuminati, con una mente totalmente altruistica priva di ogni negatività.

Quindi perché meditare? Per essere felici, perché non vogliamo soffrire. Una volta un monaco in un insegnamento ha chiesto, per quanto tempo vogliamo essere felici? La risposta è spontanea per tutti, più a lungo possibile, una volta raggiunta la felicità non si vuole tornare indietro. Ma a volte si fa un po’ di confusione tra piacere e felicità. Il piacere deriva dai sensi, vogliamo vedere sempre qualcosa di bello, sentire un buon profumo, assaporare cibi deliziosi, siamo continuamente occupati a soddisfare il piacere dei nostri sensi.

La felicità arriva dall'attitudine mentale e non dalla soddisfazione sensoriale.

La nostra mente non domata pensa che la felicità arriva dall’esterno, ma nella realtà delle cose la felicità arriva dall’interno, cambiando l’attitudine della nostra mente.

Quando il corpo si ammala non è difficile vedere la malattia, ho mal di pancia, mal di testa e così via. Ma vedere la malattia mentale non è così facile, ma da quanto tempo siamo ammalati di rabbia, invidie, gelosie etc? La mente è sana solo quando è stabile sulla consapevolezza, quando coltiva la gentilezza e la compassione.

Il Budda disse: “Abbi una mente consapevole, si sempre presente, non creare alcun tipo di negatività”.