Tutti gli studenti nel proprio percorso scolastico hanno pensato più e più volte: non è possibile che passo tantissime ore a scuola e quando arrivo a casa devo ancora studiare.
In realtà è possibilissimo e lo sappiamo bene tutti quanti. Torni a casa a metà pomeriggio, ti rilassi un attimo e poi di nuovo si apre il libro perché con ogni probabilità il giorno dopo hai una verifica o un'interrogazione che non hai avuto tempo di preparare i giorni precedenti perché eri impegnata/o a studiare per altre verifiche e interrogazioni.
Ma allora, cosa si fa a scuola? È ovvio che il momento dello studio (inteso come consolidamento e memorizzazione) debba avvenire a casa, ma il momento della comprensione deve avvenire a scuola... Ma è realmente così? Non proprio. Tutti quanti sappiamo che purtroppo molti professori si limitano a fornire una spiegazione superficiale degli argomenti lasciando agli studenti il compito di comprendere tutto a casa da soli nel momento della preparazione alla verifica. Peccato che non dovrebbe funzionare così.
Il ruolo di insegnante (e parlo con cognizione di causa) deve essere quello di fornire allo studente tutti gli strumenti di cui ha bisogno per poter comprendere l'argomento spiegato e ciò significa che l'atto di comprensione non deve avvenire in isolamento nella propria cameretta il giorno prima dell'interrogazione, ma deve avvenire in classe insieme al docente ma anche ai compagni di classe attraverso stimoli come il dialogo, il dibattito, domande e risposte che non coinvolgono solo due soggetti per volta ma che permettono a tutto il gruppo classe di intervenire confrontandosi e scontrandosi in maniera costruttiva. Solo a questo punto lo studente può studiare in maniera isolata e questo perché in realtà la parte complessa dello studio, che riguarda il capire di cosa si stia parlando e che senso abbia, è stata già fatta e ora il suo compito sarà "semplicemente" quello di imparare a esprimere con il proprio linguaggio ciò che ha appreso.
Dunque, in ultimo, per rispondere alla domanda principale "Ma sono davvero utili i compiti a casa?"... La risposta è NI! I compiti a casa sono utili nel momento in cui il docente ha svolto il suo lavoro ed è stato in grado di trasmettere allo studente il senso dell'argomento, perché i compiti devono servire da rinforzo positivo e consolidamento delle conoscenze! Se il compito, al contrario, assume il ruolo di rinforzo negativo in quanto viene svolto senza avere padronanza dell'argomento, allora perde la sua utilità.
In questo caso lo studente/studentessa deve avere la buona volontà di comunicare al docente che non ha compreso quanto è stato spiegato e, a sua volta, il docente deve effettuare un autoanalisi e domandarsi se forse non ha sbagliato qualcosa nella spiegazione.