Le regole immutabili della fotografia archetipica

Le regole della fotografia provengono da archetipi e sono per questo immutabili. Attraverso lo studio, la preparazione e anche solo l'osservazione di un'opera d'arte è possibile trascendere la realtà in cui si vive per elevarsi a significati e concetti diversi dal tempo reale in cui si vive.

La struttura dell'essere umano consente una elevazione della propria psiche attraverso la sublimazione dell'arte, quando questa rispetta le regole archetipiche della struttura universale nella quale ci troviamo. L'arte moderna, non rispettando queste regole, non va ad "accendere" dentro la nostra psiche nessun concetto superiore o spirituale antico di nessun genere. Questa è la differenza tra l'arte classica o rinascimentale se vogliamo, da quella moderna.

Per partire a studiare fotografia si deve partire dalla luce.

Fotografia infatti significa "disegnare con la luce".

Successivamente si deve comprendere il taglio fotografico perché la fotografia deve sempre rappresentare tre piani di profondità differenti.

Tre piani perché questa è la struttura di un concetto psichico, composto da due significati e da una conclusione. Immaginiamo tutto ciò come una struttura tridimensionale. Quando la fotografia simula un concetto psichico, allora succede qualcosa di miracoloso che ci consente di trascendere l'immagine stessa fotografata per raggiungere ciò che l'autore ha voluto immaginare mentre eseguiva lo scatto: magari solo un significato, oppure una sua visione, addirittura una cosa da lui compresa.

Molta attenzione va messa alla prospettiva, ogni prospettiva ha il suo significato come ad esempio una foto da molto vicino fa sentire l'osservatore come in intimità con il soggetto fotografato. Infine le linee, e via così.

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Angelo
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