I 10 autori più importanti della letteratura italiana e le loro opere

La storia della nostra letteratura è densa di scrittori ed opere che hanno contraddistinto le epoche passate. Ogni secolo ha avuto i propri protagonisti e non è semplice fare una scrematura tra tutte le personalità che rappresentano delle eccellenze in questo campo. Nonostante ciò, proveremo a racchiudere in questo articolo alcune informazioni sui dieci autori più importanti del panorama italiano

La raccolta non può che partire dall'eterno protagonista delle lezioni di italiano, colui che viene universalmente considerato come il padre della nostra lingua: Dante Alighieri. Tra le grandi opere del più importante esponente del Dolce Stil Novo (per es: Rime, ConvivioLa Vita novaDe Vulgari Eloquentia) sicuramente un ruolo di primo piano viene recitato da La Divina Commedia (1306-1321 circa), viaggio attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso che rappresenta metaforicamente quello dell’umanità verso Dio, il sommo amore. 

Ma il XIV secolo non è caratterizzato solo dalla presenza dell'autore toscano. A completare il quadro ci sono altri due giganti della letteratura nostrana: Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca. Il primo viene ricordato soprattutto per il Decameron (1349-1351), raccolta di novelle che grazie anche al tono spesso umoristico è un vero e proprio racconto della società del tempo. Petrarca invece, per un lungo tratto della sua vita, fu impegnato nella scrittura del Canzoniere, antologia di poesie in volgare nel quale celebra con intensità e passione il suo amore per Laura, prima e dopo la morte dell’amata. Tra l’altro, fra i due, dopo un incontro a Roma nel 1350 nacque un’intensa amicizia durata molti anni che portò a una reciproca influenza culturale.

Proseguendo in ordine cronologico, uno dei più grandi narratori del 1400 è Ludovico Ariosto. Punto centrale nell’opera del più dotato autore del Rinascimento italiano è il rapporto dialettico tra la vita e l’invenzione letteraria. Nonostante le tante composizioni teatrali (per es. Tragedia di Tisbe, 1493) e l’ampia produzione poetica (per es. le Satire 1517-1525), la sua notorietà si deve soprattutto all’Orlando Furioso. La sua prima edizione risale al 1516, dedicata al cardinale Ippolito, e incarna la visione ariostesca di una vita inafferrabile che sfugge a ogni possibilità di comprensione. 

Spesso confrontato criticamente con Ariosto è Torquato Tasso. Dopo la pubblicazione della sua Gerusalemme Liberata (1581), nacquero delle vere e proprie fazioni che parteggiavano per l’uno o l’altro scrittore. In particolar modo la dialettica principale insisteva sul fatto che Ariosto guardava ancora ai valori medievali mentre Tasso veniva considerato come il poeta che aveva dato nuovo lustro alla Chiesa Cattolica. 

Facendo un salto temporale in avanti, nel 1798 a Recanati venne al mondo uno dei più importanti interpreti della nostra letteratura: Giacomo Leopardi. La sua salute già compromessa venne minata ancor di più dallo studio “matto e disperatissimo” che condizionò la sua esistenza. Amico di Pietro Giordani, uno degli uomini di maggior cultura del tempo, quest’ultimo gli suggerì di raccogliere le sue riflessioni nello Zibaldone (1817-1832), una raccolta quasi quotidiana di appunti che trattano vari argomenti. I temi principali della sua poetica sono la natura, la giovinezza, l’amore ma anche la solitudine e il dolore, nonché il suo proverbiale “pessimismo”. L’infinito (1819), Alla Luna (1820), A Silvia (1828) sono solo alcuni dei suoi componimenti più famosi. 

Altro emblema del patrimonio italiano è Alessandro Manzoni, nato a Milano nel 1875. Scrittore a tutto tondo capace di produrre cinque Inni Sacri dove affronta temi religiosi, due tragedie (Il Conte di Carmagnola, 1861-1820 e L’Adelchi,1819-1821) e due odi, una di queste scritta in occasione della morte di Napoleone Bonaparte intitolata Cinque maggio del 1821. Nello stesso anno inizia la stesura del suo romanzo più celebre, che cambierà per sempre le sorti della lingua italiana: I Promessi Sposi

Proseguendo questo viaggio, una delle figure dominanti che troviamo a cavallo tra Ottocento e Novecento è Giovanni Pascoli. Una vita molto complicata quella dell’autore, condizionata da diversi lutti che lo costrinsero a prendersi cura da solo di cinque fratelli. Ma anche da un arresto avvenuto nel 1879 a causa della sua attività politica. Ad ogni modo, nel corso della sua carriera, Pascoli scrive tantissime opere: Myricae (1891, 1903), i Poemetti (1897), divisi poi in Primi poemetti (1904) e Nuovi poemetti (1909), quindi i Poemi conviviali (1892-1905), la prosa Il fanciullino (1897), i Canti di Castelvecchio (1903, 1912); infine le raccolte di poesie civili e patriottiche come Odi e inni (1906) o i Poemi italici (1911). Sia sul piano del contenuto che su quello stilistico lo scrittore presenta molte novità, occupandosi tramite una fervente sperimentazione linguistica di temi riguardanti soprattutto la natura, la corrispondenza tra realtà e stato d’animo, la morte. Fondamentali furono anche i suoi studi sul mondo classico greco, latino e cristiano. 

Pressoché contemporaneo di Pascoli è Gabriele D’Annunzio, giornalista e scrittore nato a Pescara nel 1863. Grande appassionato di Friedrich Nietzsche, da cui deriva l’ideale del superuomo e la convinzione di poter interpretare il ruolo di poeta-vate, la sua produzione letteraria andò di pari passo con l’impegno politico. Nel 1914, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, partecipò attivamente alle manifestazioni organizzate in favore dell’ingresso nel conflitto da parte dell’Italia, costruendo così la figura del “poeta-soldato”. Successivamente, nel 1919, insieme a un gruppo di legionari occupò la città di Fiume, nominandosi governatore. Negli anni successivi si schierò apertamente con il Fascismo. Tra le sue opere principali troviamo la raccolta poetica giovanile Canto Novo (1892), i romanzi Il piacere (1889), L’innocente (1892), La vergine delle rocce (1895), Il fuoco (1900), Notturno (1921), oltre a numerosissimi drammi teatrali. La sua capacità straordinaria di rinnovamento linguistico e metrico trova riscontro anche nell’attività di giornalista. 

A concludere questa rassegna sui dieci maggiori protagonisti della storia della letteratura italiana c’è Umberto Eco, con il quale arriviamo definitivamente all’epoca odierna. Semiologo, filosofo, scrittore, traduttore, saggista e medievista, è stato uno dei più grandi intellettuali del nostro tempo, riconosciuto come tale a livello mondiale. Basti pensare che nella sua vita (1932-2016), ha ricevuto 42 lauree honoris causa. Tra i suoi saggi più celebri si possono citare Diario minimo (1963), Storia della bellezza (2004), Storia della bruttezza (2007) mentre per quanto riguarda i romanzi impossibile dimenticare Il nome della rosa, diventato poi un film di grande successo diretto da Jean-Jacques Annaud, L’isola del giorno prima (1994) e il Cimitero di Praga (2010). 

Una raccolta di autori inevitabilmente parziale, che lascia fuori interpreti meravigliosi come Guicciardini, Foscolo o Verga insieme a tanti altri, ma che può aiutare ad orientarsi nella foltissima selva oscura della letteratura italiana. 

 

Ti è piaciuto? Condividilo
Francesco
Sono Francesco, laureato in discipline umanistiche e appassionato di letteratura, storia, arte e molto altro.Contattare
Contattare
Usa il nostro Strumento di Ricerca Intelligente
© 2007 - 2024 Letuelezioni.it è un membro della famiglia GoStudent Mappa del sito: Insegnanti privati