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"Funeral Train", ricordando Kennedy nelle fotografie di Paul Fusco

Pochi sapevano quanto fossero gravi e profondi i mali che covavano nella società americana, pur così vigorosa, moderna e liberale. Pochi lo sapevano e pochi erano disposti ad ammetterlo preferendo attribuire quei mali alla robustezza complessiva dello Stato. Ma le fucilate di Dallas del 22 novembre 1963, cambiarono di colpo la situazione non soltanto perché Kennedy non era più il presidente, ma perché l’assassinio di Dallas diede agli americani per la prima volta la sensazione che nel loro Paese non esistevano solo fenomeni di delinquenza comune ma anche fenomeni di delinquenza politica che potevo sconfinare in complotti contro lo Stato e le Istituzioni. Milioni di americani cercano ancora una risposta concreta a cosa sia accaduto a Dallas a chi abbia armato la mano di Oswald.
Il funerale si tenne a Manhattan, poi il feretro venne caricato su un treno che lo portò alla destinazione finale: il cimitero di Arlington, dove Bob Kennedy venne sepolto poco lontano dal fratello John. 
L’unico uomo capace di raccontare il lungo addio che il popolo americano gli tributò per 328 km, fu Paul Fusco. Il fotografo americano era sul quel treno con tre macchine fotografiche e trenta pellicole a colori. «Il viaggio durò più di otto ore attraverso cinque stati. Un milione di persone aspettava lungo i binari per l’ultimo saluto al presidente. Quel treno è stato il vero funerale, quello dell’America, è durato un’intera giornata, era fatto per il popolo. Era il “Funeral Train”. Quella era la storia». Fusco scattò quasi duemila ritratti, bambini scalzi, genitori con neonati, uomini, donne, pensionati, boy scout, vigili del fuoco, famiglie in piedi sui tetti, ragazzi sulle moto. «Venni investito da un’onda emotiva immensa, c’era tutta l’America che era venuta a piangere Bobby, a rendergli omaggio». Fusco raccontò che «nell’ultimo vagone i servizi segreti decisero di mettere la bara di Bobby, la appoggiarono per terra, poi dissero ai familiari e agli amici di prendere posto nella penultima carrozza. Erano loro ad aver preso il comando del treno e non volevano discussioni. Ma i ferrovieri pensarono che sarebbe stata un’offesa alla folla che attendeva e appena il convoglio cominciò a muoversi la sollevarono e la appoggiarono sugli schienali dei sedili. Così il feretro si poteva vedere attraverso i finestrini». Era «un anticipo d’estate. Il viaggio durò più di otto ore attraverso cinque Stati: New York, New Jersey, Pennsylvania, Delaware e Maryland. Un milione di persone lungo i binari. Quel treno è stato il vero funerale, quello dell’America, è durato un’intera giornata».
Le foto non furono pubblicate subito, ma trent’anni dopo nel 1998 dal “George Magazine” e nel 2000 diventa un volume pubblicato in tutto il mondo, con la particolarità che le foto furono stampate solo sulla pagina di destra perché i lettori non dovevano muovere la testa, ma restare immobili, girare solo le pagine e vedere scorrere le facce come se fossero anche loro dietro il finestrino di un treno.
Paul Fusco è scomparso il 15 luglio all’età di 90 anni. Al reporter americano dobbiamo gli Stati Uniti al mattino, un’elegia visiva americana del lutto. I suoi scatti dell’ultimo viaggio di Bob Kennedy ovvero una quadricromia del dolore in un paesaggio fosforescente, la scia della storia si allontana salutando da un treno.

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Gianpiero
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