Etimologia della parola studio: come studiare in modo efficace

Sappiamo tutti quanto la parola studio, scuola, disciplina, e tutto ciò che ha a che fare con il mondo istituzionale possa a volte generare ansia, noia, abbassando la motivazione e la concentrazione.

È interessante, per comprendere bene il senso delle parole, dei concetti, ed osservare invece le distorsioni e i cambiamenti quasi automatici ed inconsapevoli apportate ad esse nella società, analizzare l'etimologia delle parole, così da ricollegarsi al primo significato che esse avevano, prima che queste venissero del tutto influenzate e snaturate, alterate. 

Ritornando alla parola studio infatti, si nota già dall'etimologia, come il suo significato va ben oltre il semplice apprendimento che spesso si affronta nel mondo scolastico, universitario, impregnato di regole, disciplina e apprendimento obbligatorio fine a se stesso:  dal latino stud-ère, altro non è che applicarsi, sollecitare. La parola studiuum, ancora più profonda ed interessante, si ricollega al concetto di applicazione nel senso di cura, diligenza, impegno, unito all'entusiasmo, alla passione e all'amore. 

Solo successivamente a quest'analisi si può notare il forte collegamento tra conoscenza, apprendimento e amore. Studiare, sotto questo punto di vista, assume quindi una visione maggiormente passionale, molto più personale e soggettiva, che si impregna della curiosità e della volontà di chi ne usufruisce. La curiosità allo studio è ciò che rende lo studio più interessante, perché alimenta la voglia di sapere, di scoprire, andando oltre il concetto di studio per dovere, ed abbracciando il concetto di studio perché mi piace, perché mi appaga, perché mi nutre, perché mi fa star bene, perché mi rende libero, perché mi dà soddisfazione, perché mi trasmette conoscenza e amore.

Nella nostra società è molto arduo andare di pari passo a questo concetto in quanto lo studio in sé viene presentato sin dal primo giorno di scuola primaria come un obbligo: non a caso è molto usata la frase "prima il dovere e poi il piacere", spogliandolo completamente del suo lato affascinante, interessante presente nella ricerca stessa dello studio, e affiancandolo al senso del dovere, dell'onere, del vincolo che ostacola al piacere se non superato. Invece, lo studio in quanto ricerca attiva, presente, genera creatività, mette in moto l'estrosità presente in ognuno di noi, e, se vissuto con entusiasmo, calma e passione, abbassa l'aspetto ansiogeno e stressante che è spesso vivo nel contesto istituzionale, in quanto allo studio si affianca il significato di esame, di voto, di verifica, con tutte le connotazioni negative che si porta dietro quali paura, insicurezza, pregiudizio, senso di incapacità, abbassamento dell'autostima e molto altro ancora. 

Ancora più interessante ed inaspettato è il significato etimologico della parola scuola: dal greco scholé, equivale al latino otium, vale a dire riposo, ozio, ovvero la scuola, alle sue radici, non era altro che un luogo lontano da ogni fatica e preoccupazione, in quanto privo di ansia, di stress, di stanchezza, ma anzi, al contrario, capace di procurare e generare riposo, di rilassarsi, attraverso la trattazione di nuovi argomenti, attraverso la condivisione, la collaborazione e la partecipazione attiva degli allievi e dell'insegnante nella lezione. Importante nella scuola è la relazione attiva e reciproca tra allievo e insegnante, in quanto uno è fonte di conoscenza e di apprendimento dell'altro: anche l'insegnante apprende e trae nuove informazioni dall'alunno, soprattutto ai fini di svolgere una lezione adatta e personale alle caratteristiche e motivazioni dell'allievo stesso. 

La scuola si rivela così essere, non più quel luogo noioso, negativo, ansiogeno, inutile, pesante, di cui sentiamo tanto parlare e che notiamo tanto odiare e respingere dai bambini, ragazzi e perché no, dagli adulti che ad un certo punto della loro vita ritengono inutile l'apprendimento di altre nozioni in quanto ormai hanno già un lavoro. Proprio così, la scuola è impregnata della visione di obbligo per trovare lavoro, come se l'unico obiettivo fosse quindi in primis passare gli esami, per poi finire il percorso di studio, per poi finalmente trovare un lavoro, accantonando invece la parte di piacere e di soddisfazione viva in essa. Lo studio invece ci accompagna sin dal primo giorno in cui nasciamo in poi, e ci permette di conoscere il mondo, di conoscere se stessi, di relazionarci con esso e con noi attraverso di esso. È molto forte infatti la correlazione tra studio e motivazione, tra studio e creatività, tra studio e curiosità, in quanto uno alimenta l'altro e viceversa, reciprocamente, come un vortice continuo che altro non fa che aumentare la propria conoscenza, consapevolezza e soprattutto il proprio interesse e il desiderio di sapere. 

Diversi studi psico-pedagogici si concentrano molto sull'aspetto psico-fisico della persona, analizzando la relazione tra mente e corpo e dimostrando come l'apprendimento è favorito dalla liberazione delle tensioni fisiche, che altro non fanno che rendere la mente indisposta, sconcentrata e quasi incapace di comprendere ed affrontare argomenti nuovi, in quanto orientata sui pensieri e le tensioni interne. Fondamentale invece per l'apprendimento come anche per qualsiasi cosa che si affronta nel corso della vita è la presenza: essere presenti, in quel luogo, fisicamente ma anche mentalmente, in quel preciso istante, ed essere aperti e disponibili a ciò che succede attorno a sé e di conseguenza, o parallelamente dentro di sé: l'apprendimento consiste quindi in un ascolto e una presenza attiva a 360°, in cui l'ascolto e la presenza sono totalmente vivi, permettendo così di essere ben disposti, produttivi ed efficienti nello studio, che altro non è che curiosità, voglia di sapere, motivazione alla conoscenza, aumento della consapevolezza, arricchimento e soprattutto valorizzazione e generazione di amore ed espansione di sé in quanto essere umano vivo, che sente attivamente. 

La psicomotricità ad esempio è disciplina, scientificamente provata, che prepara e rende disponibile la persona all'apprendimento, attraverso il movimento, l'azione, l'esercizio fisico, inteso non come una sequenza di movimenti rigidi e convenzionali, bensì come un flusso di gesti ed oscillazioni del proprio corpo che nascono dall'inconscio, dall'istinto, dall'emozione prodotta in quel preciso istante. La psicomotricità si rivela quindi fondamentale in quanto si rifà alla relazione reciproca tra funzioni psichiche e funzioni motorie, indispensabili per l'apprendimento attivo ed efficace della persona. È dimostrato infatti come importante prima di una lezione è liberare la mente da queste tensioni che si rispecchiano nell'aspetto fisico, fare attività fisica, meditazione, muoversi liberamente nello spazio, giocare attraverso il corpo, sentire questa casa in cui viviamo, di cui spesso non siamo a conoscenza, con cui spesso non siamo realmente a contatto, per poi affrontare a mente aperta e motivata nuove conoscenze, non per obbligo bensì per pura curiosità e volontà. 

Apprendere = vita

Studiare = amore

Approcciati a questa visione e diventerà tutto più semplice ed affascinante.

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Margot
Insegnante di a Milano. Specializzato/a nell'offerta di lezioni di lezioni presenziali e lezioni a domicilio, adattate alle esigenze individuali di ogni studente. Le lezioni che tengo sono pensate per aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi e le tue mete.Contattare
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