Introduzione al XVIII secolo in Europa
Lezione di storia e letteratura
Il XVIII secolo segna un punto di continuità con il Seicento Barocco, da cui riprende numerosi elementi, tuttavia si tratta anche di un periodo di grandissima innovazione.
Nell'ambito scientifico, si afferma il metodo galileiano che rovescia la prospettiva nei confronti della conoscenza mettendo la ragione al centro. Il metodo galileiano si basava sull’esperienza e non sul principio di autorità (ipse dixit). Quindi, la conoscenza si esprimeva attraverso la matematica e calcoli e non si basava più sulle teorie dei grandi filosofi greci e latini, a differenza che in passato per cui la scienza era autorevole qualora riflettesse un testo antico. Il metodo galileiano confuta anche la teoria Tolemaica, che vedeva la Terra al centro con i 9 cieli e l'Empireo (Paradiso). La conferma delle idee di Galileo scardina il modo di pensare proprio dell’Antico Regime; infatti, applicando il principio di autorità a uno Stato si otteneva una monarchia assoluta.
Nel periodo di transizione tra il XVII e il XVIII secolo si mette in crisi tutto il sistema e si passa progressivamente da monarchia assoluta a Stato Moderno. Da qui nascono peraltro le condizioni per la Rivoluzione Francese.
Le condizioni di vita non cambiano radicalmente in questo periodo: la nobiltà e il clero continuano a detenere più potere, i letterati appartengono a classi elevate e rivolgono le loro opere ai loro pari.
Si assiste a una nuova era di commercio col Nuovo Mondo: si instaurano nuovi rapporti di tipo commerciale, ad esempio la Compagnia delle Indie, che portano alla nascita di una nuova borghesia di commercianti.
In ambito scientifico abbiamo visto che si afferma il metodo galileiano, in ambito filosofico si diffondono Cartesio e il razionalismo, in ambito religioso troviamo figure quali Lutero ed Erasmo da Rotterdam. Tutto ciò è fondamentale per la laicizzazione della scienza.
Il sapere non è più frutto di imposizione ma di collaborazione fra più voci: gli intellettuali si riuniscono e fondano delle associazioni, tra cui la Repubblica delle Lettere, la cui lingua principale era il latino. Inoltre, il sapere non è più diviso in compartimenti stagni, quindi il letterato diventa colui che espone le sue idee attraverso la scrittura indipendentemente dalla sua formazione. In questo modo nascono diversi tipi di scrittura e linguaggi specializzati.
I letterati europei si scambiano lettere in latino, che diventa la lingua franca. Nasce una stampa periodica, anche se ancora irregolare, in cui si pubblicano gazzette e avvisi. In più, nascono i giornali letterari, dedicati a pubblicazioni più strettamente riguardanti la letteratura.
Se nel XVII secolo la letteratura era destinata solamente alle corti, nel XVIII secolo il pubblico si espande anche nella media e piccola nobiltà e nasce anche un pubblico borghese.
Nell corti europee settecentesce si sviluppa lo stile Rococò, che fonda tutto sul piacere, sull'edonismo e sulla bellezza esteriore.
Alla corte francese si sviluppa la Querelle des anciens et des modernes. I cosiddetti moderni si avvalgono del sapere antico a cui aggiungono elementi nuovi, per cui ritengono di essere superiori agli anciens, che si avvalevano solo del sapere antico. Per questo motivo nasce un acceso dibattito.
In Inghilterra nasce una nuova classe di commercianti, i gentlemen, e, di conseguenza, un nuovo pubblico e dei nuovi luoghi di cultura (caffè, club). Si sviluppano nuovi strumenti di diffusione, tra cui un nuovo tipo di giornalismo, lo Spectator, attento alla vita quotidiana del mondo contemporaneo in tutti i suoi aspetti. Nasce, inoltre, la letteratura di intrattenimento con l'avvento del romanzo moderno, che interpreta la società contemporanea in tutti i suoi aspetti (es. Robinson Crusoe, I viaggi di Gulliver). Al contrario, l'antiromanzo per eccellenza è Tristram Shandy, Laurence Sterne.
L'Italia, già a partire dal XVII secolo, non è più al centro della politica Europea, in quanto divisa in stati regionali. Perde dunque preminenza economica e politica perché diventa terra di conquista francese e spagnola (Guerre d’Italia, 1494-1559) ed è indebolita anche dal punto di vista religioso con lo scisma della Chiesa anglicana.
Nei due secoli precedenti, invece, contava sul suo primato in letteratura e arte ed era il modello culturale di riferimento in tutta Europa, infatti, movimenti Umanesimo e Rinascimento nascono in Italia. L'italiano era una lingua molto importante nelle corti europee in quanto lingua della letteratura, nonostante alcuni generi letterari impiegassero ancora il latino.
L'Italia risulta quindi essere in progressivo ritardo e guarda gli altri modelli piuttosto che proporne di nuovi. L'unico genere letterario settecentesco importato in Europa è il melodramma. Continua però a essere meta di letterati e studiosi per il loro Grand Tour (es. Goethe, Viaggio in Italia). I letterati italiani continuano a essere in gran parte nobili e abati, tuttavia nasce una nuova classe formata da uomini della legge e ufficiali, per cui si riscontrano delle novità in giurisprudenza e dei nuovi scritti sul tema.
Inoltre, Giovan Battista Marino è ritenuto il maggior poeta di questo periodo. Fondatore del marinismo, punta molto sulla forma e sull’estetica, sulla scenografia, sull’effetto che l’opera deve produrre nel pubblico, ovvero suscitare meraviglia. Utilizza forme originali, sorprendenti ed eccessive, metafore ardite e impreviste.