Studiare da soli può sembrare, a volte, una sfida titanica. Ti siedi alla scrivania, apri il libro, ma la concentrazione non arriva. Oppure studi ore e ore… e il giorno dopo ti sembra di non ricordare niente. Se ti suona familiare, sappi che non sei solo.
Il punto non è passare più tempo sui libri, ma farlo in modo più intelligente. Ecco quindi 7 consigli pratici, realistici e umani per migliorare lo studio individuale e trasformarlo in qualcosa di più efficace (e meno frustrante).
La tentazione del "ripasso maratona" prima dell'esame è forte, ma controproducente. Il nostro cervello non è fatto per assorbire grandi quantità di informazioni tutte in una volta. Meglio dividere lo studio in sessioni brevi ma costanti: 25-45 minuti di studio concentrato, seguiti da 5-10 minuti di pausa vera. Il metodo Pomodoro, se adattato alle tue esigenze, può essere un ottimo alleato.
Studiare in pigiama sul letto o con lo smartphone accanto acceso è come cercare di correre con le scarpe slacciate. Non funziona. Dedica uno spazio fisico, anche piccolo, solo allo studio. Ordina la scrivania, spegni le notifiche, tieni vicino solo quello che ti serve davvero. Il cervello associa i luoghi ai comportamenti: se hai uno “spazio-studio”, entrerai più facilmente nella modalità giusta.
Leggere e rileggere in modo passivo è uno degli errori più comuni. Sembra di capire… ma poi non resta nulla. Molto meglio spiegare a parole tue, fare schemi, mappe concettuali, oppure immaginare di insegnare l’argomento a qualcun altro. Questo si chiama elaborazione attiva e aiuta a trasferire le informazioni nella memoria a lungo termine.
Fare quiz, simulazioni o anche semplici domande a fine argomento è molto più efficace della sola lettura. Il cosiddetto “recupero attivo” (retrieval practice) allena la memoria a ritrovare le informazioni, che è esattamente ciò che farai durante un esame. Sbagliare fa parte del processo: meglio sbagliare oggi a casa che domani in aula.
Studiare non è sempre interessante. A volte è noioso, punto. E accettarlo è un atto di maturità. La chiave è non cercare costantemente stimoli esterni, come musica, notifiche o multitasking, per “coprire” la noia. Una noia sana può aiutare a concentrarsi davvero. Ma attenzione: distraersi non è la stessa cosa che annoiarsi. La distrazione è nemica della produttività.
Organizzare cosa studiare e quando è importante. Ma serve anche accettare che non tutto andrà secondo i piani. Un buon metodo è la pianificazione a blocchi: dedica dei blocchi di tempo a materie o argomenti, ma lascia spazi vuoti per eventuali imprevisti. Così eviti il panico se qualcosa va storto.
Forse il consiglio più importante: impara a conoscere come studi meglio tu. Ognuno ha ritmi, stili cognitivi e abitudini diverse. Tieni un diario di studio, prova approcci diversi, nota cosa ti fa rendere e cosa no. Non c’è un solo metodo giusto: c’è il metodo giusto per te.
Alcuni argomenti o intere materie possono essere complesse da comprendere, soprattutto se sei rimasto/a indietro da tempo. In questo caso, la cosa migliore da fare è rimetterti in pari con l'aiuto di un insegnante privato con delle lezioni online o se preferisci, in persona.
Studiare individualmente non deve essere un’impresa solitaria e faticosa. Con i giusti accorgimenti, può diventare un momento di scoperta, crescita e anche soddisfazione. Non si tratta di essere perfetti, ma di essere consapevoli.
E ricordati: non stai solo studiando per superare un esame, ma per costruire qualcosa dentro di te. E questo merita attenzione, tempo e rispetto.