La precisione e la pragmaticità della lingua latina ne riflettono l'ossatura morfologica e sintattica ben definita e sintetica, all'interno della quale sono incastonate numerose eccezioni e specificità. Un esempio?
Tutti conosciamo le desinenze del verbo latino ma spesso gli studenti dimenticano che quelle forme, nell'ambito della traduzione, possono rappresentare non solo i comuni verbi ma anche forme riflessive e/o impersonali, in base al contesto. A tale proposito, un verbo quale narratur sarà traducibile in base alla frase o come "è narrato", oppure come l'impersonale "si narra".
A loro volta i verbi riflessivi in latino sono prodotti con la sola aggiunta di un pronome personale accanto alla consueta forma del verbo d'interesse.
Allo stesso tempo, sarà importante prendere confidenza con i numerosi verbi deponenti della lingua latina, i quali ricorrono frequentemente in alcuni autori che li preferiscono ai paradigmi attivi.
Il nome latino presenta innanzitutto tre diversi generi nella II, III e IV declinazione, pertanto andranno fissati i diversi nominativi che si potrebbero rinvenire.
La declinazione che potrebbe determinare maggiori problemi è certamente la terza, a partire dall'individuazione del nominativo di qualsiasi sostantivo; a questo proposito bisognerà avviare lo studio delle regole fonetiche relative.
In aggiunta dovranno essere memorizzati i nomi neutri con nominativo in -e, -al, -ar, poiché in numero contenuto e facili da distinguere.
Questi due casi traducono molti complementi simili tra loro, quali, ad esempio: gentivo di possesso, di specificazione e di pertinenza; dativo di termine, possesso, d'agente. Essi si presentano apparentemente analoghi sul piano morfologico e della funzione svolta ma possono essere distinti nella costruzione e grazie al rapporto con altri elementi della frase.
Inoltre, di frequente, si accostano a dei verbi particolari, dando vita a costrutti più difficili da riconoscere, data l'assenza di preposizioni, invece tipiche dell'italiano.
Is equitatui studet: "Egli si occupa della cavalleria"
In questa frase, ciò che in italiano avremmo tradotto con la preposizione "di", viene invece costruito con il dativo, ossia, il caso che in italiano si accompagnerebbe alla preposizione "a".
Il latino offre un'ampia gamma di aggettivi e pronomi, a testimoniare la necessità di precisione e differenziazione insita nella lingua e nella pratica di vita dei Romani. Memorizzarli tutti non sarà semplice, ma di certo vi faciliterà molto tenere presente ciò:
Riguardo al primo punto, non potrete conoscere e tradurre quidam o cuidam, se prima non avrete studiato il pronome relativo qui, quae, quod.
In secondo luogo, il pronome is, ea, id assolve a due principali funzioni, motivo per cui va studiato e capito attentamente; esso può sia indicare un possessivo, un soggetto, un prolettico.
Ogni lingua presenta una gerarchia e un preciso modo di rapportarsi dei tempi. Anche in latino si può prevedere come tradurre un verbo considerando la classificazione in:
E seguendo temporalità espressa dal verbo: