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Cos’è l’homeschooling e come funziona

Quante volte abbiamo visto genitori decisi a non mandare i propri figli a scuola nei film hollywoodiani e ci siamo chiesti se anche in Italia è possibile non iscrivere i propri figli a scuola?

La risposta è sì e si chiama homeschooling. Si tratta di un sistema che permette di istruire i propri figli senza iscriverli in una vera e propria scuola, ma impartendo le lezioni a casa, affidandosi alle proprie risorse o all’aiuto di un insegnante privato esterno. Questa forma educativa ha conosciuto una significativa crescita dopo la pandemia, infatti secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Istruzione prima del 2020 gli studenti che ricevevano la propria istruzione in casa erano 5.126 (tra il 2018 e il 2019), mentre nel biennio successivo 2020-2021 il numero di homeschoolers è cresciuto fino a raggiungere i 15.361 studenti in tutta Italia.

Homeschooling: cosa significa?

Traducibile alla lettera come “istruzione a casa” o in termini più tecnici educazione parentale. Questo sistema d’istruzione domestica può essere applicato durante l’intero percorso didattico, a partire dalle scuole elementari fino al termine delle scuole superiori.

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L’educazione parentale o homeschooling è perfettamente legale e permette anche di ricevere i titoli di studio ufficiali, quali licenza elementare, licenza media e diploma di maturità.

I bambini che beneficiano di questo tipo di educazione scolastica possono studiare in piccoli gruppi con altri coetanei (scuole parentali) oppure in modo individuale (homeschooling), più avanti vedremo le differenze tra le due modalità. 

In alcuni casi sono gli stessi genitori a impartire le lezioni ai loro figli, oppure possono assumere un insegnante privato che possa svolgere questo compito al loro posto. Infatti, la legge che regola l’homeschooling prevede come unico requisito per potervi accedere che i genitori siano in possesso delle capacità tecniche e/o economiche per curare l’educazione dei propri figli, le quali vengono dimostrate tramite un’autocertificazione.

Come funziona l’homeschooling o educazione parentale

I genitori che non desiderano iscrivere i propri figli a scuola devono presentare una richiesta presso l’istituto scolastico più vicino. Ogni anno, l’alunno che ha studiato a casa, dovrà sostenere presso una scuola pubblica o paritaria entro il 30 giugno un esame d'idoneità per poter accedere all’anno successivo, fino al completamento della scuola dell’obbligo. Ricordiamo che in Italia l’obbligo formativo incomincia dai 6 anni di età e prevede almeno 10 anni di frequenza scolastica, quindi arriva fino ai 16 anni, ovvero l’età minima anche per l’ingresso nel mondo del lavoro e anche l’età corrispondente all’ammissione al terzo anno delle scuole secondarie di secondo grado (scuole superiori) o di istruzione e formazione professionale (IeFP).

Ogni anno i genitori o tutori dello studente dovranno presentare la richiesta di educazione parentale al dirigente scolastico. Perciò questo significa anche che si può decidere in qualsiasi momento di passare al sistema scolastico ufficiale e iscrivere i propri figli a scuola. Pertanto è possibile studiare con la formula dell’homeschooling per un solo anno - magari per cause logistiche che portano la famiglia a viaggiare per lunghi periodi - oppure per l’intero ciclo educativo.

Il programma e i materiali di studio vengono elaborati e forniti allo studente direttamente dal genitore che si fa carico dell’istruzione dei propri figli oppure dall’insegnante privato per l’homeschooling. Alcuni genitori decidono di attenersi ai programmi scolastici ministeriali, ma questa opzione non è obbligatoria e possono quindi scegliere di utilizzare i materiali didattici che ritengono più opportuni, impiegando anche un metodo d'insegnamento o un metodo di studio che riflette il modello delle lezioni frontali o utilizzando anche altre tecniche basate su altri modelli di apprendimento.

Come fare richiesta per studiare da casa con l’homeschooling

La richiesta deve essere effettuata nel mese di gennaio. Nel caso specifico del prossimo anno scolastico 2023/2024 i tempi definiti dal MIUR per la presentazione della richiesta vanno dal 9 gennaio 2023 al 30 gennaio 2023, pertanto le richieste presentate successivamente a queste date potrebbero essere respinte dai dirigenti scolastici.

La richiesta si effettua in modalità cartacea e ad essa si deve allegare il progetto didattico-educativo che verrà seguito nel corso dell’anno.

Questa procedura vale sia per i genitori che vogliono iniziare un percorso di homeschooling che per i genitori che desiderano rinnovare la richiesta di educazione parentale.

Le richieste devono essere presentate presso una scuola del proprio territorio di residenza e verrà presa in carico dal dirigente scolastico dell’istituto. Lo stesso dirigente sarà anche responsabile della vigilanza riguardo all’assolvimento dell’obbligo formativo.

Questo è quanto bisogna ricordare per sapere come fare domanda di homeschooling. Ma oltre a questo, bisogna anche ricordarsi di fare domanda d’iscrizione per l’esame di idoneità che deve essere superato con successo dall’alunno entro il 30 giugno. Queste richieste devono essere effettuate presso la scuola prescelta per lo svolgimento dell’esame entro il 30 aprile dello stesso anno.

Differenza tra homeschooling e scuola parentale

L’homeschooling, detto anche istruzione parentale o educazione parentale, fa riferimento all’istruzione impartita in casa da genitori o tutor privati a studenti non iscritti presso scuole statali o paritarie.

L’aggettivo “parentale” tuttavia può creare una piccola confusione, poiché richiama alla mente anche un altro formato educativo che ha cominciato a diffondersi anch’esso nel corso di questi ultimi 3 anni, stiamo parlando delle scuole parentali.

La principale differenza tra homeschooling e scuole parentali è che il primo termine fa riferimento alla scelta di una singola famiglia di non affidare l’educazione dei propri figli alle scuole pubbliche o private. La scuola parentale, invece, raccoglie piccoli gruppi di studenti provenienti da diversi nuclei familiari e si tratta di organizzazioni educative autogestite.

Analogamente a quanto richiesto alle famiglie che scelgono di optare per l’homeschooling, anche gli alunni delle scuole parentali devono sostenere esami di idoneità per poter assolvere all’obbligo formativo e ottenere i titoli di riconoscimento di completamento del percorso didattico come la licenza elementare o media e il diploma.

Queste scuole parentali si rifanno normalmente a modelli educativi alternativi rispetto a quelli utilizzati nelle scuole statali o private. Tra questi si possono trovare soprattutto i seguenti modelli:

  • scuole montessoriane:basate sul metodo Montessori, ideato dall’omonima pedagogista e che si basa su un’organizzazione che favorisce l’apprendimento per scoperta e costruzione e che incentiva anche le classi di età mista.
  • scuole democratiche: gli studenti sono considerati come liberi cittadini all’interno della scuola, sono quindi stimolati a partecipare attivamente alle decisioni organizzative.
  • scuole libertarie: l’educazione libertaria è un filone pedagogico per certi versi simile ai precedenti, ma a differenza di questi ultimi non si basa su un metodo codicizzato o canonizzato. La base è l’idea di superamento della visione adultocentrica nello sviluppo dell’infanzia e sul rispetto dei bambini come individui autonomi con diritti e bisogni propri.
  • scuole steineriane: dette anche scuole Waldorf perché basate sulla pedagogia Waldorf, un metodo sviluppato a partire dal 1919 da Rudolf Steiner. Si basa sui principi dell’antroposofia con il fine di riconciliare mondo fisico e spirituale. Questo metodo pedagogico è piuttosto controverso e considerato pseudoscientifico.
  • scuole nel bosco: le attività si svolgono esclusivamente all’aperto. Non esiste una vera e propria codificazione, ma il fine è quello d'incoraggiare l’interazione con l’ambiente naturale e l’educazione all’ambiente, lavorando soprattutto su empatia e motricità.

Perché fare homeschooling

Nei paragrafi precedenti abbiamo già accennato a uno dei possibili motivi per cui alcuni genitori decidono di provare questo metodo educativo. Come abbiamo menzionato, infatti, a volte per esigenze personali o professionali la famiglia deve spostarsi con particolare frequenza tra due o più destinazioni, rendendo difficoltosa l’iscrizione a scuola e la normale partecipazione quotidiana alle lezioni in classe. Per questo a volte si tratta di una scelta contingente a un momento particolare, che porta i genitori ad occuparsi personalmente dell’istruzione dei propri figli durante un periodo determinato di tempo, magari solo di un anno o due.

In altri casi, si tratta di una vera e propria scelta di vita, per cui i genitori decidono di intraprendere il cammino di quello che attualmente viene chiamato unschooling: ovvero la totale assenza di orari rigidi, scadenze e lezioni preimpostate, a favore di un approccio più spontaneo dove il bambino ha una maggiore libertà all’interno del suo processo d’istruzione.

Homeschooling pro e contro

Tra i vantaggi dell’homeschooling possiamo sicuramente citare i seguenti aspetti:

  • maggiore personalizzazione delle tecniche di studio;
  • utilizzo di materiali e metodi didattici pensati su misura in base alla capacità dimostrate dallo studente, includendo un maggior grado di creatività;
  • maggiore flessibilità nell’organizzazione logistica, utile soprattutto per le famiglie itineranti;
  • lo studente viene trattato come un individuo unico, senza doversi adattare alle inclinazioni o al ritmo degli altri membri della classe, utilizzando anche metodi educativi tipici del sistema montessoriano;
  • maggiore controllo dal punto di vista sanitario e della sicurezza, utile soprattutto per bambini con problemi di salute o basse difese immunitarie;
  • minore esposizione a dinamiche di competizione e paragone con gli altri.

Tuttavia, questo approccio educativo non è esente da aspetti negativi. Vediamo ora gli svantaggi dell’homeschooling:

  • mancanza di contatto sociale e interazione interpersonale;
  • difficoltà d’inserimento al momento di entrare in una scuola, all’università o in attività di gruppo;
  • possibili svantaggi al momento di accedere a determinate carriere professionali;
  • sviluppo di lacune a livello formativo che possono compromettere il futuro accesso ad altri percorsi accademici o formativi;
  • disequilibrio nei rapporti di autorità e familiarità, poiché la figura genitoriale coincide con quella dell’insegnante;
  • mancanza di esposizione alla diversità, sia da un punto di vista del pensiero critico che della diversità a livello sociale e umano.

Referenze bibliografiche

MIUR, Istruzione parentale, https://www.miur.gov.it/istruzione-parentale, [Ultimo accesso 10 Gennaio 2022]

MIUR, nota n° 33071 del Ministero dell’Istruzione del 30/11/2022 con oggetto Iscrizioni alle scuole dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2023/2024, https://www.miur.gov.it/documents/20182/6739250/Nota+iscrizioni+anno+scolastico+2023-2024.pdf/d3fcc568-5fdd-fb3a-a3ee-ec8e36798234?t=1669917232803, [Ultimo accesso 10 Gennaio 2022]

Il Sole 24 Ore, Boom dell’homeschooling in Italia: alunni triplicati con la pandemia, https://www.ilsole24ore.com/art/boom-dell-homeschooling-italia-alunni-triplicati-la-pandemia-AEOKCGj, [Ultimo accesso 10 Gennaio 2022]

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